Sostenibilità

Letizia Moratti: «L’Expo non diventi una vetrina del Food»

Parla l’ex sindaco di Milano ai tempi dell’assegnazione: «Mi aspetto che da questi sei mesi escano progetti concreti di cooperazione e un nuova visione economica e ambientale»

di Redazione

È stato il sindaco che ha voluto l’Expo e nei giorni scorsi ha tagliato il nastro di “Storie di cibo e di vita”, il fuori Expo firmato dalla sua  San Patrignano (qui il programma).
Ma dopo i primi giorni qual è l’impressione di Letizia Moratti (nella foto) su un Esposizione universale intitolata “Feeding the Planet, Energy for Life”. Vita.it ha raccolto le sue impressioni proprio durante il primo incontro di “Storie di cibo e di vita”.

 

Partiamo dal titolo, trova che ci sia una corrispondenza con quello che in visitatori possono trovare a Expo?
L’aver scelto un titolo come “Nutrire il pianeta, energia per la vita” significa che nelle nostre intenzioni questo appuntamento doveva essere un punto di verifica sugli obiettivi del millennio e in particolare sulla lotta per lo sradicamento della fame. Dagli anni 90 al 2010 il numero di persone che soffrono la fama è diminuito da 2 miliardi a 800 milioni, ma ogni anno sprechiamo 1,2 miliardi di tonnellate di cibo, ma 700 bambini con meno di 5 anni muoiono ogni giorno nella Repubblica Democratica del Congo per via della fame. L’obiettivo di Expo era di arrivare a proporre e realizzare progetti di cooperazione concreti.

Per esempio?
Penso soprattutto all’Africa. Durante i miei viaggi pre-Expo ho visitato molti Paesi. In Mali, ho visto come la semplice installazione di pannelli solari da 3mila euro, ha permesso in una piccola comunità il dimezzamento delle morti da parto perché ha consentito ai medici di operare anche di notte. Ecco nel mio immaginario l’Expo più che una vetrina alimentare, dovrebbe proporre modelli di intervento. Del resto il titolo parla di nutrizione ed energia, non di alimentazione.

Da questo punto di vista l’Expo mi pare fermo al palo. Non crede?
Ci sono ancora sei mesi di tempo e tutta la sfida del post Expo. Voglio essere propositiva. Mi aspetto che da questi 6 mesi esca una visione sul nostro futuro, sul modello economico e ambientale che vogliamo andare a costruire. Per esempio una volta chiusi i battenti il sito potrebbe diventare la sede della Borsa telematica, attraverso la quale i piccoli produttori di Paesi che non sono in grado di esportare possano commercializzare  e far conoscere i loro prodotti.

Foto: Getty Images

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