Sostenibilità

L’estate africana del 2003: casualità o segnale preciso?

a cura di Luca Mercalli e Daniele Cat Berro, Società Meteorologica Italiana

di Redazione

Dall?inizio di maggio alla fine di agosto 2003, una fase di caldo anomalo e straordinario ha interessato l?Europa centro-meridionale e le Alpi, assumendo caratteri di eccezionalità. In Italia le anomalie più importanti hanno riguardato il settore settentrionale: la temperatura media estiva a Torino non era mai stata così alta dal 1753, anno di inizio delle osservazioni, con temperature medie stagionali di 2-3° C superiori ai precedenti massimi noti.
A rendere eccezionale la situazione ha contribuito anche una pronunciata siccità, iniziata fin da gennaio e protrattasi anche nel cuore dell?estate. I ghiacciai hanno subito importanti riduzioni di massa, pari a circa 3 metri di spessore attorno a quota 3000. Probabilmente la prolungata fase calda e la conseguente alterazione del permafrost (terreno permanentemente gelato in profondità) sono la causa dei numerosi crolli rocciosi che hanno interessato le pareti delle Alpi, in particolare nel mese di agosto.
Tutti chiari esempi di come le anomalie e i cambiamenti climatici possono influenzare la vita dell?uomo e la fruizione turistica del territorio, nonché causare la rapidissima evoluzione del paesaggio allorché vengano superate le soglie critiche di alcuni parametri fisici. In sintesi, sebbene non si possano effettuare considerazioni sull?evoluzione del clima in base un singolo episodio, lo straordinario caldo anomalo che ha interessato l?Europa negli ultimi mesi è coerente con le ipotesi formulate dalla comunità scientifica circa il riscaldamento globale dovuto all?incremento dell?effetto serra.

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