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L’esercito golpista contro i contadini

Da venerdì è in corso una violenta repressione ai danni di comunità agricole di Colòn, nel nord del paese. Una radio locale parla di 3 morti, 30 arresti e centinaia in fuga

di Daniele Biella

Almeno tre morti. E centinaia di contadini, la maggior parte donne e bambini, in fuga dall’esercito tra le piantagioni di palma da zucchero e il paludoso fiume Aguan, Honduras. “Quella che si è compiuta lo scorso fine settimana nella zona di Colòn è stata un autentica carneficina”, è il commento di vari enti per i diritti umani honduregni all’evacuazione forzata messa in atto dalle forze armate del governo del golpista Roberto Micheletti ai danni di abitanti della valle dell’Aguan, che avevano ottenuto le terre statali dal presidente spodestato Manuel Zelaya. Almeno 500 i militari “all’opera con armi da guerra e gas lacrimogeni”, come dichiarano vari testimoni a Radio Progreso, emittente comunitaria molto seguita nel nord del paese.

“Condanniamo questa selvaggia repressione militare”, afferma il Cofadeh, Comitato di familiari dei detenuti scomparsi, “è da dicembre 2008 che i contadini sono vittime di atti ostili per essere espulsi da quelle terre, per le quali è in atto un lungo conflitto con i latifondisti della regione: ma le terre sono dello Stato, non dei latifondisti”. Almeno 3 persone della comunità sono state arrestate, per questo il Cofadeh ha presentato un ricorso al governo e ha chiamato a raccolta le organizzazioni internazionali a “riattivare le reti di solidarietà per la vita e la libertà dei reclusi e delle vittime della repressione di Colòn”.

La pressione dei latifondisti sul governo honduregno è stata confermata a Radio Progreso da alcuni dirigenti delle cooperative di contadini, che hanno identificato almeno due proprietari terrieri ‘dietro le quinte’ dell’assalto dei giorni scorsi che avevano avuto un ruolo molto attivo già al momento del golpe di Micheletti. A ogi non si sa ancora nulla della sorte dei detenuti e di eventuali dispersi.


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