Non profit

Lerner e l’Algeria parzialità e bugie

Pinocchio, il celebre talk show di Rai Due, dà voce alla sofferenza del popolo algerino dilaniato dal terrorismo, ma trascura le gravi responsabilità del governo e delle forze di sicurezza locali

di Daniele Scaglione

Amnesty International, insieme ad altre associazioni internazionali, a proposito dell?Algeria da anni si sente dire sempre la stessa cosa: ?È solo un problema di terrorismo?. Questa è la versione che il governo algerino fornisce dal 1992. E questo è quello che abbiamo sentito ancora una volta ripetere, in varie forme, durante tutta la trasmissione ?Pinocchio?, andata in onda su Raidue il 17 settembre scorso.
Sui diritti umani non è tollerabile la parzialità. In Algeria non c?è solo un problema di terrorismo, e gli algerini sono perseguitati in maniera feroce dai gruppi armati di opposizione ma anche dalle forze di sicurezza. Questo va detto e denunciato senza riserve e il grande pubblico deve saperlo. Era doveroso – come è stato fatto – ricordare che nei massacri compiuti da criminali non vengono risparmiati neppure i neonati. Ma non si doveva tacere che molte di queste carneficine sono avvenute a pochi passi da caserme di un esercito tra i meglio armati al mondo, che ha scelto deliberatamente di non intervenire a difesa delle vittime. Queste cose le sanno i giornalisti compreso Gad Lerner, le sanno i vertici dell?Eni, lo sa il Governo italiano. Eppure, sono state taciute.
I partecipanti alla trasmissione dalla piazza di Algeri avevano con sé numerose foto di vittime dei gruppi armati di opposizione. Ma le migliaia di morti ammazzati dalle forze di sicurezza, spesso in quanto sostenitori del Fronte Islamico di Salvezza, non meritano di essere ricordati? Tutto quello che avviene nelle carceri algerine, inclusa la tortura, che colpisce migliaia di persone, tra cui donne di oltre sessant?anni, può essere taciuto, messo sotto silenzio? Rientra forse in quelle ?fragilità? della democrazia algerina, comprensibili – come è stato detto durante l?intervista al ministro degli Esteri Ahmed Attaf – poiché il Paese subisce un attacco terribile? Gli algerini sono sotto l?attacco, terribile davvero, di persone che dimostrano il totale disprezzo dei diritti umani. Persone che continuano a respingere con sdegno ogni denuncia, affermando che sarebbero inammissibili intromissioni in fatti interni. E i governi europei continuano a sostenere le autorità di Algeri, che avran pure fatto entrare la Rai, e qualche giornalista compiacente al seguito, ma continuano a negare l?accesso nel paese ad Amnesty International e a molti giornalisti che, come Robert Fisk dell?Indipendent, sentono il dovere di denunciare anche i soprusi compiuti dalla forze di sicurezza.
Questa linea di appoggio incondizionato al governo algerino è stata confermata anche in trasmissione dal Presidente del Consiglio Prodi: una grande delusione visto che il capo del Governo si è preso formalmente l?impegno di agire in difesa dei diritti umani in tutto il mondo. Senza azioni concrete in difesa delle libertà fondamentali delle persone, non si può dare nessuna credibilità, né alle forze di opposizione né al governo.
Quello che serve per l’Algeria, ora più che mai, è una commissione d’inchiesta con pieni poteri che identifichi le responsabilità nei massacri, faccia luce su ciò che accade nelle carceri. Tutto il resto, o sono chiacchiere vuote, o sono tentativi di fare buoni affari con le autorità di Algeri.

pres. Amnesty International sezione Italiana

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