Politica
Lepri: «La riforma del Terzo Settore? Nessuna volontà di bloccarla, ma…»
Dopo la sollevazione del mondo del non profit per il prolungamento dei tempi, parla il relatore in Commissione Affari Costituzionali: «Stiamo lavorando al miglior testo possibile». Il Governo però è irritato. Domani il ministro Boschi ha convocato una riunione con i gruppi parlamentari del Pd
di Redazione
Non solo gli appelli di sempre più realtà del Terzo settore che invitano il Parlamento a «fare presto» perché la riforma del Terzo settore è una necessità non più prorogabile, ora scende in campo anche il Governo dimostrando la sua irritazione nei confronti dei senatori che in Commissione Affari Costituzionali tre mesi dopo l’assegnazione (20 aprile) non sono riusciti nemmeno ad avviare il confronto sugli emendamenti (il termine infatti è stato prorogato per la seconda volta in dieci giorni ed ora è fissato al 7 settembre). Il confronto con il Jobs Act portato a casa in sette mesi è in effetti sintomatico. Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ha così convocato per domattina una riunione urgente con i gruppi parlamentari guidati dai capigruppo Luigi Zanda (Senato) ed Ettore Rosato (Camera): parteciperanno anche il sottosegretario Luigi Bobba, la capogruppo in Affari Costituzionali, Anna Finocchiaro e il relatore in Commissione, Stefano Lepri. A cui Vita.it ha chiesto qualche chiarimento. Ecco le sue risposte.
Senatore, sinora nessuno ha spiegato le ragioni di questo ennesimo rinvio, ci vuole provare lei?
Lo slittamento degli emendamenti è stato deciso dalla capogruppo (Anna Finocchiaro, ndr). È in capo a lei questa scelta.
Lei però è il relatore della delega, un’idea se la sarà pur fatta, o no?
Guardi, la ragione principale è il fatto che si è scelto di dare la precedenza alla riforma Costituzionale, un passaggio cruciale per la legislatura, non la riforma della banana fritta, per intenderci.
Che però è slittata a settembre…lo slittamento della riforma del Terzo settore pare un po' offensivo, malgrado se ne stia parlano ormai già da un anno e in base alle previsioni governative a quest’ora si sarebbe dovuto parlare di decreti legislativi…
Bisognava indicare una precedenza, ma non ne farei un caso. Di fatto si tratta di un ritardo di un mese, niente di drammatico.
Dal 9 luglio al 7 settembre i mesi sono due…
Ma di mezzo c’è la pausa estiva
Il Terzo settore dalla cooperazione sociale agli enti del servizio civile protestano compatti: il timore è che la legge sia finita su un binario morto. Cosa si sente di dire loro?
Che è meglio approfondire per bene il lavoro qui in Senato, prendendoci tutto il tempo necessario, piuttosto che rimandare alla Camera un testo che poi verrà ancora modificato e quindi dovrà tornare qui a palazzo Madama.
Fra il 7 settembre e il 15 ottobre quando incomincerà la discussione sulla legge di Stabilità ci sono appena 5 settimane: il rischio di un vero ingorgo istituzionale è molto grande, non crede?
Ribadisco: più alta sarà la qualità della discussione che faremo in Senato, maggiore sarà la condivisione del testo, più brevi saranno i tempi di approvazione. Proveremo a rispettare il termine del 15 ottobre, coordinandoci anche con i deputati.
Quindi nessuna assicurazione: proverete…
L’obiettivo è quello, vediamo se ce la facciamo
C’è qualcuno che pensa che la stiate tirando per le lunghe…
Come le ho già detto non è così. La mia relazione poneva dei punti da approfondire, stiamo lavorando al miglior testo possibile.
Le piace l’articolato uscito dalla Camera?
È un buon testo che va migliorato in 5/6 passaggi. E su quello verteranno i miei emendamenti. Vedremo poi quelli che presenteranno gli altri gruppi parlamentari. Non partiamo da zero. Del resto si tratta di una materia molto complessa che chiama in causa diversi piani, da quello fiscale a quello civilistico. Occorre avere la giusta attenzione e impiegare il tempo necessario. È una legge complicata.
Intanto la Boschi vi ha convocati per domani. Forse a palazzo Chigi non sono così soddisfatti della piega che sta prendendo l’iter della riforma…
Non credo sia così. Anzi quello è il segnale che per tutto il partito Democratico questa delega è molto importante. Ci confronteremo per mettere a punto un calendario condiviso in modo da centrare il traguardo il prima possibile. Nessuna volontà di insabbiare nulla. Tutt’altro
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