Formazione

Leones Italianos, quando il tifo è soprattutto passione

di Roberto Brambilla

Stasera a Napoli ci saranno anche loro. Non tiferanno per agli azzurri di Benitez. E neppure contro. Ma supporteranno l’Athletic Bilbao, la squadra basca avversaria del Napoli nel play off che vale l’accesso alla Champions League 2014-2015. Sono i membri del club Leones Italianos, unica peña  ufficiale dell’Athletic Bilbao nella Penisola. Al San Paolo saranno 14, provenienti da buona parte d’Italia, di un club nato nel 2000 e che conta circa 150 iscritti, tra “simpatizzanti” e zoccolo duro. “I Leoni sono nati 14 anni fa – spiega Emiliano Gabrielli, torinese, dal 2006 presidente della peña – dall’idea di quattro ragazzi italiani appassionati di Paesi Baschi”.

“Uno di loro – racconta – studiava ingegneria informativa e tra le prime iniziative creò un sito web”. Un’idea innovativa per quegli anni che ha di fatto consentito la nascita del club. “Attraverso il sito hanno conosciuto persone vicine all’Athletic- prosegue Gabrielli – che gli hanno aiutato per il processo di affiliazione alle peñas ufficiali dei rojiblancos”. Da quel giorno il club è cresciuto. Fino al 2006 una piccola realtà, più o meno 30 persone, poi il boom, grazie soprattutto a un libro, quello scritto da uno dei fondatori Simone Bertelegni. “L’utopia calcistica dell’Athletic Bilbao”. I numeri si assestano intorno al numero attuali toccando le punte nelle stagioni top con Marcelo Bielsa nella stagione 2011-2012.

Quello che non è mai cambiato è stata la passione dei Leones per colori biancorossi. Come club una trasferta ufficiale al San Mames ogni anno  e tante piccole-grandi avventure. Come la finale di Coppa di Spagna 2010 di Valencia contro il Barcellona. “Siamo partiti in 6 da Torino su un furgoncino – racconta Emiliano – siamo andati a vedere la partita e subito dopo siamo tornati. E quattro di noi sono rimasti a tifare fuori perchè i biglietti concessi erano di meno di quanto fossimo noi”. O come la cena per i 10 anni dei Leones, organizzata proprio a Bilbao. “Eravamo 250 e con noi c’erano l’intera Junta Directiva dell’Athletic, il capitano Carlos Gurpegi e la leggenda José Angel Iribar, il giocatore con più presenze nella Liga con la maglia dei baschi” spiega ancora il presidente.

Tante iniziative (rigorosamente autofinanziate) anche benefiche, come l’aiuto dopo l’alluvione a Monterosso nelle Cinque Terre cementate dall’amicizia, dalla passione per l’Athletic Bilbao e i Paesi Baschi ma soprattutto da una visione comune di quello che è il calcio. “In un mondo dello sport in cui tutto è calpestato in nome dei soldi– racconta Emiliano Gabrielli– l’Athletic è l’ultimo baluardo del vecchio calcio. Una squadra con un’identità precisa, in cui si vedono giocare ragazzi cresciuti nel vivaio e in cui i tifosi non sono fortemente attaccati a quello o a quell’altro campione, ma alla squadra indipendentemente da chi scende in campo”.

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