Economia
Leonardo Becchetti: ecco la mia pagella alla manovra
L'economista Leonardo Becchetti, in attesa della pubblicazione del testo della legge, prende in esami i punti salienti della manovra che il Governo Renzi ha varato ieri. Punto per punto le luci e le ombre
Palazzo Chigi ha precisato ieri sera tutti i numeri, voce per voce, di spese e risorse della legge di Stabilità 2016. Una manovra finanziaria da 26,5 miliardi di euro, che potrà aumentare fino a 29,5 miliardi in base all'accoglimento o meno della richiesta, avanzata alla Ue, di utilizzare uno 0.2% di spazio di manovra in più per la “clausola migranti”, cioé l’emergenza immigrazione alla quale ha fatto fronte l’Italia. Voce per voce la pagella dell'economista Leonardo Becchetti
Il saldo – voto 10
In linea di massima sono molto d'accordo su tutta la parte della negoziazione europea perché l'economia è come una macchina cui si deve dare il giusto gas per farla andare. Se si dà troppo gas si ingolfa, troppo poco si spegne. Bene ha fatto quindi Renzi a chiedere un punto percentuale di Pil rispetto al deficit all'Ue. Rimane sempre sotto il 3% ma è superiore a quello che l'Italia dovrebbe mantenere per rispettare il fiscal compact. Grazie a questo non ci saranno gli aumenti di Iva e accise. Questo punto percentuale in più verrà usato per coprire tutta la parte di maggiori uscite o minori entrate della manovra. Sul saldo sono quindi molto d'accordo
Tasse prima casa – voto 5
Sono meno d'accordo su alcune sfumature come il taglio erga omnes sulle tasse prima casa. Non è una misura progressiva. Significa che non guarda alle differenze tra ceti bassi e ceti alti. Doveva essere progressiva. Perché se l'obbiettivo è il rilancio dei consumi l'effetto non ci sarà. Solo lo sconto per i ceti bassi si trasformerà in spese. Chi ha più soldi risparmierà, non spendendo quel denaro. Questa composizione l'avrei fatta in altro modo.
Contante – voto 4
Un altro punto che non mi sembra centrato è l'innalzamento della soglia del contante a 3mila euro. Non dimentichiamo che ridurre la soglia del contante è una misura contro l'evasione. Questo innalzamento non si capisce, non sembra avere un senso. Nessuno circola con quel tipo di somme. E nessuno studio indica che una scelta come questa sia foriera di un aumento dei consumi.
Povertà – voto 6
Il piano anti-povertà porta in dote molte cose buone. Dalla social card per i bambini indigenti agli aiuti a disabili e anziani fino all'intervento straordinario sulle case popolari. Ma non basta. Serve urgentemente un Reis e anche misure di sostegno e inclusione.
Investimenti e canone Rai – voto 7
Bene le agevolazioni sugli investimenti e il canone Rai in bolletta. Mi sembra un'idea intelligente. Un modo per azzerare l'evasione. Risponde all'idea che si paga meno ma si paga tutti. Avere un'informazione pubblica indipendente è fondamentale. In un contesto come il nostro si rischia di avere un'informazione solo privata legata ai grandi gruppi.
Azzardo – voto 5
Una cosa su cui siamo molto sensibili col Movimeto Slot Mob è il tema azzardo. Seppure ci sarà un aumento di tassazione sui giochi legalizzati abbiamo bisogno che il Governo prenda posizioni forti. Si sta facendo una guerra senza quartiere al fumo. Intanto si continua a pensare di fondare larga parte delle entrate pubbliche su una lobby potentissima e imbarazzante come quello dell'azzardo. Servono il divieto alla pubblicità e la libertà degli enti locali di decidere sul tema.
Spending review e sanità – voto 6
Sulla Spending Review bisogna essere molto prudenti. Chi urla a tagli indiscriminati deve ricordare che la spesa pubblica, quando è buona, sostiene la domanda e produce beni e servizi. La sanità in questo caso è emblematica. È vero che oggi produce esami in eccesso ma è altrettanto vero che lo screening fa prevenzione. È un tema molto delicato. È giusto evitare gli esami inutili ma devono esserlo davvero. Perché ci sono esami fondamentali per l'aspettativa di vita delle persone. Il Governo mi sembra sia stato giustamente cauto.
Università – voto 4
Un settore molto sacrificato in questi anni è l'Università, con fondi in continuazione diminuzione. Mi sembra che questo in qualche modo sia all'ordine del giorno. Ad oggi però vedo una lacuna e spero che Renzi ci metta mano. Gli universitari sono gli unici che hanno subito il blocco degli scatti salariali che coprivano l'inflazione della crisi. Oggi sono stati sbloccati ma non integrati. Siamo certamente una categoria fortunata ma ad oggi l'unica che ha fatto questo sacrificio. Bisogna ricordare che oltre ai grandi professori è pieno di persone con stipendi modesti o bassi che vanno sostenute.
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