Sostenibilità

L’energia pulita? Adesso viene dall’uva

Sperimentata la prima cella fotovoltaica realizzata con i residui della vinificazione. A sviluppare il prototipo è stata l’Universita’ Ca’ Foscari di Venezia

di Marco Dotti

L'innovazione corre. E così arriva anche la prima cella fotovoltaica realizzata con i residui della vinificazione. I prototipi delle celle fotovoltaiche a colorante organico, sono stati sviluppati all’Universita’ Ca’ Foscari Venezia nell'ambito del progetto “Cheers”, finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Fondo Sociale Europeo, gestito l dalla Regione Veneto.

Alla base di tutto, spiega Elisa Moretti, professoressa di Chimica Inorganica al Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi, responsabile del progetto «c'è l’idea di recuperare la feccia ottenuta dalla lavorazione e chiarificazione dei vini, valorizzando tale rifiuto da smaltire e impiegandolo per la costruzione di celle fotovoltaiche a colorante organico, le cosiddette celle di Graetzel. Il colorante, estratto dagli scarti del processo di vinificazione, cattura la luce solare iniettando elettroni al semiconduttore, costituito da nanoparticelle di biossido di titanio poroso. L’elettrone generato e’ in grado di percorrere il circuito esterno, producendo corrente elettrica rinnovabile e sostenibile».

Questo tipo di cella solare è, di fatti, una macchina molecolare che lavora nel campo delle nanotecnologie, mimando – prosegue la professoressa Moretti – «il processo di fotosintesi clorofilliana, e rappresenta un’alternativa ai sistemi tradizionali (celle al silicio) sia per vantaggio economico, sia per metodologie costruttive eco-friendly, che permettono un riciclo a basso impatto ambientale, sia per l’efficienza di conversione energetica in caso di clima nuvoloso o illuminazione artificiale».

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