Sostenibilità

L’Enciclica parola per parola

Da Ambiente a Creazione, da Acqua a Animali, da Politica a Ogm. Tutte le parole dell'Enciclica di Papa Francesco, “Laudato sì'”

di Riccardo Bonacina

Quasi 192 pagine per la prima Enciclica autografa al 100% di Jorge Bergoglio (la precedente, Lumen fidei era cofirmata con Benedetto XVI) . Si intitola, chi non lo sa?, “Laudato si’” ed è dedicata “alla cura della casa comune”, come recita il sottotitolo. “Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra madre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloroti fiori et herba”, inizia così l’Enciclica di Papa Francesco che subito sottolinea come “Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei”. Doveva essere pubblicata oggi, ma una longa manus del Vaticano l’ha data qualche giorno fa a L’Espresso che l’ha pubblicata, ovviamente, in anteprima.

Sono centonovantadue pagine in cui Papa Francesco non si nega neppure un argomento dei tanti presenti nell’agenda ecologica globale. Dagli Ogm, alle sperimentazioni su animali, nomina ogni contraddizione, come quella di certi ambientalisti “che difendono l’integrità dell’ambiente e con ragione reclamano limiti alla ricerca scientifica, ma che a volte non applicano gli stessi principi alla vita umana. Spesso si giustifica che si oltrepassino tutti i limiti quando si fanno esperimenti con embrioni umani vivi.” Così come la critica ai “certificati di emissione” che avvantaggiano una volta di più oi Paesi ricchi e industrializzati sulla vicenda delle emissioni nell’atmosfera, o la critica feroce all’inefficacia dei vertici e degli accordi sin qui stipulati e la mancanza di una governance e di un’autorità politica mondiale che pensa “al salvataggio ad ogni costo delle banche” che riafferma il potere della finanza all’origine della crisi finanziaria del 2007-2008.

Ci sarà tempo per tornare sui tanti temi che l’Enciclica e sul suo spessore teologico, intanto l’abbiamo analizzata facendo uno screening sulle parole più usate da Bergoglio contandone le ricorrenze.

L’Enciclica nasce, come scritto sin dalle prime righe, da una vera preoccupazione (28 ricorrenze) sulle condizioni della nostra “casa comune” il nostro primo “bene comune” (128), il nostro mondo (148), la nostra Terra (78), il nostro Pianeta (35), sostantivo che sottolinea, forse, le dimensioni planetarie della sfida (16) e della responsabilità (53) che abbiamo di fronte: quella di ritrovare coscienza del fatto che le risorse che Dio (180 ricorrenze) ci ha donato (con dono 75 ricorrenze) sono limitate (con limite 11 ricorrenze). Limitate tanto più se le consumiamo (67) voraci o le distruggiamo (distruggere/dstruzione 34), o addirittura compiamo su esse veri e propri crimini (7).

Tutte le parole che nominano le questioni ambientali sono presenti e ricorrenti, da natura (108) ad aria (56), da acqua (40) a clima (20), da suolo (11) ad anidride carbonica (6), da foreste (17) ad animali (15). Si parla di riscaldamento (11) del pianeta, d’inquinamento (25), di rifiuti (31), e si parla di biodiversità (12).

Papa Francesco ricorda i limiti delle risorse ma non si nega allo sviluppo (137) ma se si connota come sviluppo sostenibile (38). Come poi scrive “Ogni aspirazione a curare e migliorare il mondo richiede di cambiare profondamente gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società”. Per questo nell’Enciclica si insiste molto sugli Stili di vita (23) che devono cambiare se non ci si accontenta di parlare a vanvera.

Se Dio, come è logico è la parola più ricorrente (180 volte), la seconda è Ambiente (166) ma questa è una ricorrenza meno banale di quanto sembri. Perché Papa Francesco in più di un passaggio spiega come fa nel parafo 48: “L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale”. Insomma tra ambiente naturale, ambiente umano e sociale c’è una totale interdipendenza sottolinea Bergoglio.

Anche la parola Ecologia/ecologica torna moltissime volte (88) ma anche qui l’enciclica del Papa disegna un’ecologia integrale. Ecologia sociale, ecologia culturale, ecologia della vita quotidiana. “L’ambiente in cui viviamo è fatto di natura, di cultura, di costruzioni e spazi pubblici, di interventi sul paesaggio. Un’ecologia umana inseparabile dalla nozione di bene comune”.

Il gruppo di parole composto da Creazione, Creature, Creato, totalizza ben 194 ricorrenze e segna uno dei punti cardine dell'Enciclica. Come si sottoliea al paragrafo 76: «Per la tradizione giudeo-cristiana, dire “creazione” è più che dire natura, perchè ha a che vedere con un progetto dell'amore di Dio, dove ogni creatura ha un avalore e un significato. La natura viene spesso intesa come un sistema che si analizza, si comprende e si gestisce, ma la creazione può essere compresa solo come un dono che scatursce dalla mano aperta del Padre di tutti».

Impressiona anche il numero di ricorrenze della parola Politica (41), c’è dice il Papa bisogno di più politica, di una politica che “assuma le sue responsabilità con processi politici trasparenti e aperti al dialogo”. Il Papa chiede più spazio a una sana politica che limiti gli appetiti e dell’economia e la voracità della finanza, che contrasti il Pparadigma tecnocratico e il dominio della Tecnologia (26). Sino a cambiare il modello di sviluppo globale, in un’alleanza tra politica ed economia con al centro la persona.

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