Salute
L’emergenza Covid compromette prevenzione e cure oncologiche
CIPOMO chiede alle istituzioni preposte un deciso cambiamento di strategia nella gestione di tale Pandemia: più cure preventive a domicilio e meno ospedalizzazioni per i pazienti con infezione da COVID-19. L’obiettivo rimane quello di garantire la conservazione di un adeguato numero di posti letto medici e chirurgici per altre patologie
di Redazione
CIPOMO (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri), da sempre attento alla salute dei propri malati, prende atto dei
possibili effetti negativi causati dalla Pandemia da SARS-Cov-2 sulla sopravvivenza e sulla possibilità di guarigione dei pazienti oncologici. A supporto di quanto percepito dal personale medico in prima linea nell’affrontare questa emergenza nei reparti di oncologia, i recenti dati pubblicati hanno confermato una preoccupante tendenza: forte calo degli screening, delle terapie
e dei follow up.
CIPOMO chiede alle istituzioni preposte un deciso cambiamento di strategia nella gestione di tale Pandemia: più cure preventive a domicilio e meno ospedalizzazioni per i pazienti con infezione da COVID-19. L’obiettivo rimane quello di garantire la conservazione di un adeguato numero di posti letto medici e chirurgici – con relativo supporto di personale medico ed infermieristico – per i pazienti oncologici che ne avranno bisogno e istituire percorsi protetti da dedicare loro per evitare qualsiasi rischio di contagio n
ospedale.
CIPOMO chiede inoltre il mantenimento delle attività di screening delle neoplasie per non trovarsi di fronte nel prossimo futuro a pazienti con neoplasie avanzate e più difficilmente curabili. “Vogliamo rendere noto quanto stiamo vivendo nei nostri ospedali – spiega il Dott. Livio Blasi, Presidente CIPOMO – cercando di far capire l’importanza di mantenere lo stesso livello di assistenza oncologica che abbiamo sempre garantito ai nostri pazienti. La diagnosi precoce e le cure oncologiche sono le uniche armi che abbiamo a disposizione per sconfiggere questo male; rallentarle inciderebbe negativamente sul successo delle nostre terapie, con gravi ripercussioni sui nostri malati”.
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