Famiglia

Lei è la mia nuova vicina di banco

Dagli istituti italiani è partita una campagna senza precedenti.

di Carmen Morrone

A Cuddalore nel sud dell?India c?è un gruppo di ragazze, orfane a causa del maremoto, che non vuole sapere di lasciare la cittadina e trasferirsi dai parenti.
Vogliono rimanere lì dove c?è la loro scuola, miracolosamente rimasta in piedi. A raccontarlo è Graziella Teti del Ciai – Centro italiano aiuti all?infanzia che è appena tornata dalla zona. «Hanno tra i 13 e i 15 anni e sono già consapevoli del privilegio di poter andare a scuola. Non vogliono correre il pericolo di perdere questa possibilità andando a vivere in un?altra città».
Per Jasothini, Yogeswary e le loro compagne, Ciai realizzerà un centro di ospitalità proprio accanto alla scuola, ma anche altri bambini potranno completare l?anno scolastico. Ad aiutarli, oltre alle associazioni umanitarie, saranno proprio i loro colleghi sparsi per il mondo. Dalle scuole di tutto il pianeta infatti è partita una campagna solidale senza precedenti. In Italia sono decine le raccolte di fondi e di materiale didattico. Molte scuole hanno aderito alla campagna Adotta una scuola in Indonesia che la Comunità di Sant?Egidio ha fatto partire alla riapertura delle lezioni dopo le vacanze di Natale e che è stata sostenuta dal mensile Tuttoscuola. «Si sono rivolti a noi più di quaranta istituti: elementari, medie, licei e istituti tecnici. Da tutta la penisola», racconta il coordinatore Matteo Bruni.
La Comunità è presente in Indonesia con 10 strutture e 300 volontari. Dalla fine degli anni 80 ha aperto le Scuole della pace, doposcuola gratuiti per i bambini delle isole. «I nostri referenti locali stanno ultimando l?elenco delle necessità delle scuole di Pekan Baru, Duri, Padang e Medan che comunicheremo alle scuole che sceglieranno il progetto da adottare». Una partecipazione alla gara di solidarietà, sollecitata anche dal ministro dell?Istruzione, Letizia Moratti, che non è ancora finita. Trascorso un mese professori e alunni sono infatti ancora impegnati nelle raccolte fondi perché hanno scelto di prolungare le iniziative nel corso di più settimane. «Una novità, dietro a cui si cela un nuovo approccio verso questo tipo di iniziative. La mobilitazione non si è fermata a un evento, magari ideato sull?onda dell’emozione. Sappiamo di classi elementari, medie e superiori che stanno organizzando incontri con esperti per dare modo ai ragazzi di conoscere quelle realtà e di avere informazioni su come è possibile aiutarli per un nuovo sviluppo», afferma Bruni. Tra le altre iniziative ricordiamo Unicef che propone Scuole in scatola. Con 170 euro l?associazione fornisce un kit scuola pronto ad essere usato da 80 alunni e un insegnante. Con 300 euro si dona una tenda-scuola di 24 mq per i campi di accoglienza. Nelle sedi di Telefono Azzurro intanto continua la raccolta di materiali didattici e 40mila sono i bambini beneficiari del progetto di educazione che Save the children ha avviato a Banda Aceh sull?isola di Sumatra in Indonesia.

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