Sostenibilità
Lehman, consumatori all’attacco
Trenta risparmiatori assistiti da Codacons, Confconsumatori e Movimento Consumatori fanno causa all'agenzia di rating Standard & Poor's
di Redazione
Trenta risparmiatori difesi dai legali delle tre associazioni di consumatori Codacons, Confconsumatori e Movimento Consumatori, hanno fatto partire da Bari un atto di citazione nei confronti dell’Agenzia di rating Standard & Poor’s, chiedendo di esser risarciti del capitale investito in titoli Lehman Brothers. La somma degli investimenti richiesti è pari ad euro 3.926.218,40. Si tratta della prima causa mai intentata nei confronti delle Agenzie di rating.
I risparmiatori hanno chiesto al Tribunale Civile di Milano, competente per territorio, di accertare la responsabilità per fatto illecito della società di rating, per aver diffuso e pubblicizzato informazioni errate sulla solvibilità della banca americana emittente e per aver violato i principi e le norme di condotta a cui era tenuta.
I risparmiatori sono tutti acquirenti di obbligazioni emesse da società del gruppo Lehman Brothers, ovvero sono titolari di polizze assicurative che hanno come sottostante sempre la banca americana.
I tre presidenti pugliesi delle associazioni Codacons, Confconsumatori e Movimento Consumatori in una conferenza stampa svoltasi questa mattina a Bari hanno illustrato le ragioni giuridiche e le motivazioni etiche e politiche di questa prima azione giudiziaria intrapresa.
«I fatti sono noti», scrivono in una nota congiunta le tre associazioni, «la Lehman Brothers è stato uno dei principali operatori dei mercati finanziari e incredibilmente, sino al giorno della dichiarazione di “fallimento” da parte del Gruppo statunitense (15 settembre 2008), nonostante il gravissimo deficit patrimoniale della società, i titoli obbligazionari Lehman continuavano a godere di un giudizio positivo da parte delle “tre sorelle”, vale a dire le tre agenzie di rating chiamate ad attribuire il rating ed a monitorare l’andamento dei titoli Lehman, la Standard & Poor’s, la Moody’s e la Fitch Ratings, diffondendo nel mercato dei risparmiatori, prima di quella data, informazioni completamente errate circa la sicurezza e l’affidabilità dei titoli del Gruppo Lehman».
«Il giorno antecedente il fallimento il rating applicato da Standard & Poor’s a Lehman” era di notevole affidabilità: “A”». Per questo, sostengono le associazioni, «la Standard & Poor’s, come sarà contestato anche alle altre due agenzie, con il proprio comportamento negligente ed omissivo, ha concorso in maniera determinante alla realizzazione dell’evento dannoso per i risparmiatori: quello di aver ingenerato nei piccoli investitori l’affidamento e la convinzione che i prodotti finanziari Lehman fossero titoli sicuri ed affidabili»
«La Standard & Poor’s non accorgendosi della reale situazione di Lehman ha reso possibile o quantomeno agevolato l’operato della Lehman che, intanto ha potuto continuare fino al 15.09.08 a operare senza problemi sui mercati finanziari italiani, vendendo titoli per circa 1,5 miliardi di euro (fra obbligazioni, polizze e prodotti strutturati), grazie soprattutto alla credibilità che le agenzie hanno garantito alla banca americana sino al giorno del fallimento. Laddove invece le agenzie avessero diffuso notizie esatte sul merito di Lehman, almeno e come minimo nell’ultimo anno, di certo molti risparmiatori non avrebbero acquistato prodotti di questa banca, oppure avrebbero provveduto a disinvestire per un prodotto più sicuro. Tutto questo ci fa ritenere di poter ottenere il risarcimento per quei risparmiatori che sono incappati in prodotti strutturati, polizze o obbligazioni Lehman».
«Abbiamo avviato le prime cause pilota», dicono le associazioni, «ma intendiamo andare avanti affinché i risparmiatori vedano rispettati i propri diritti, ma soprattutto per dare una spinta affinché si individuino nuove regole stringenti di maggior tutela e trasparenza».
A tale scopo è stato istituito un numero verde di assistenza 800144971 attivo dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 16,00 alle 19,00. O anche una mail tutela.risparmio@libero.it
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