Sostenibilità

Legumi, una festa lunga un anno

Il 2016 è l’anno internazionale dei legumi. Non lo dicono i nutrizionisti, ma lo ha stabilito, vi piaccia o no, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. "Semi nutrienti per un futuro sostenibile" è lo slogan che fino a dicembre accompagnerà iniziative ed eventi per sensibilizzare e aumentare la consapevolezza dei molti vantaggi dei legumi

di Mara Cinquepalmi

Il 2016 è l’anno internazionale dei legumi. Non lo dicono i nutrizionisti, ma lo ha stabilito l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. "Semi nutrienti per un futuro sostenibile" è lo slogan che fino a dicembre accompagnerà iniziative ed eventi per sensibilizzare e aumentare la consapevolezza dei molti vantaggi dei legumi, incrementarne la produzione e il commercio, e incoraggiare utilizzi nuovi e più intelligenti lungo tutta la catena alimentare.

“I legumi – ha spiegato William Murray, FAO Deputy Director Plant Production and Protection Division – sono universalmente riconosciuti come una componente importante dei sistemi di produzione vegetale sostenibile grazie alla loro capacità di migliorare la fertilità del suolo. Inoltre, sono una fonte di proteine e vitamine per una dieta sana ed equilibrata, come dimostra il loro uso nei programmi di aiuti alimentari del World Food Programme”.

Sono centinaia le varietà di legumi coltivate in tutto il mondo. Tra i più diffusi vi sono tutte le varietà di fagioli secchi, i fagioli borlotti, i fagioli di Lima, i cannellini, fagioli e fave fresche. E ancora ceci, piselli, lenticchie, fave, e molte altre varietà locali di leguminose. I legumi, oltre che essere nutrienti (sono a basso contenuto di grassi, ricchi di proteine, aminoacidi e vitamine del gruppo B) e gustosi, contribuiscono anche all’economia di chi li coltiva, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.

"I legumi sono importanti coltivazioni per la sicurezza alimentare di una grande percentuale della popolazione mondiale, in particolare in America Latina, in Africa e in Asia, dove sono parte delle diete tradizionali e spesso coltivati dai piccoli agricoltori", ha detto José Graziano da Silva, direttore Generale della FAO, l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura dell’Onu che farà da tramite con i governi e le organizzazioni nella promozione dell’anno internazionale.

I legumi fanno bene anche all’ambiente perché i residui dei raccolti di leguminose possono essere utilizzati come foraggio animale e aumentare la concentrazione di azoto. Inoltre, sono in grado di fissare l’azoto e quindi possono migliorare la fertilità del suolo estendendo la produttività dei terreni agricoli ed eliminando la dipendenza dai fertilizzanti sintetici.

Dal 2013, l'India è il più grande importatore mondiale di legumi, mentre il Canada è il maggiore esportatore, soprattutto di piselli.

Quanto alle importazioni, invece, l’India rappresenta più di un quarto di quelle mondiali, seguita dall'Unione Europea, Cina, Pakistan ed Egitto.

Tuttavia, il consumo di legumi è in diminuzione sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Soltanto in Medio Oriente e nel Nord Africa il consumo pro capite annuo è aumentato passando da 6.2kg per persona a 7.1kg.

A crescere, invece, è il commercio internazionale. Secondo i dati della FAO, un tasso di crescita annuo del 3,3% tra il 1990 e il 2012 ha fatto sì che le esportazioni totali di legumi sono più che raddoppiate, passando da 6,6 a 13,4 milioni di tonnellate. Ancora più rapidamente è cresciuto il valore delle esportazioni.

Numerosi gli eventi già in programma per i prossimi mesi. Si comincia il 17 febbraio a Jaipur in India dove si riuniranno oltre 800 delegati provenienti da 24 Paesi, poi il 16 aprile a Mosca per parlare di sicurezza alimentare ed il 20 aprile a Instabul il quindicesimo congresso internazionale dedicato al pane e ai cereali e tante altre iniziative, ma il calendario si arricchisce ogni giorno. Per seguire sui social questo anno internazionale l’hashtag è #iyp2016.


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