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Leggi sul sociale,l’Italia correa due velocità

federalismo Rapporto sulla produzione normativa

di Redazione

Un nuovo solco si allunga tra Nord e Sud in materia di politiche sociali. Le aree ricche e quelle povere del Paese, già divise dalle risorse a disposizione per il welfare locale, iniziano a distanziarsi anche sul fronte della legislazione in materia di servizi sociali.
La tendenza, particolarmente accentuata nelle Isole, emerge da una ricerca dell’Osservatorio sul regionalismo del Cnr (sarà pubblicata nel Rapporto 2008 sulla Legislazione della Camera dei Deputati) che Vita è in grado di anticipare.
Nel periodo 2001-2006 la Sicilia e la Sardegna, ad esempio, hanno licenziato rispettivamente solo 2 e 3 leggi in materia di politiche sociali contro le 4 della Valle d’Aosta. La Campania invece ne ha approvate 5 contro le 11 del Friuli Venezia Giulia. Uniche eccezioni positive la Puglia, con 12 provvedimenti, e la Calabria, con 11 (quest’ultima nel biennio 2004-2005 non ha però varato leggi in materia). Buoni anche i dati del Molise: 10 leggi in sei anni.
Numeri, quelli del Sud, che sembrano dar forza a un dato registrato dall’ultimo rapporto sulla legislazione. Nel 2006, le Regioni del Mezzogiorno e delle Isole hanno sfornato infatti in media 0,5 leggi in materia di welfare locale, contro 1 del Centro e 1,7 del Nord.
I dati, in particolare, sono contenuti nel capitolo sulle tendenze e gli orientamenti in materia di politiche sociali curato da Giulia Napolitano, ricercatrice dell’Osservatorio sul regionalismo del Cnr (vedi intervista a lato).
Lo studio, ricco di dati sull’intera produzione normativa regionale (leggi, regolamenti, atti amministrativi), consente di trarre una serie di indicazioni interessanti su una materia, quella dell’assistenza, diventata di competenza esclusiva regionale (allo Stato compete invece la definizione dei cosiddetti Livelli essenziali di assistenza) in seguito alla riforma della Costituzione del 2001.
Dati, tuttavia – si precisa nella presentazione della ricerca -, che vanno valutati tenendo presenti una serie di premesse. C’è differenza, infatti, fra una legge quadro che riordina il sistema dei servizi sociali e una sull’associazionismo. Occorre considerare, inoltre, che a volte sono contenute nelle leggi finanziarie o in disposizioni a contenuto misto o di carattere socio-sanitario e, dunque, sono difficilmente catalogabili.
Il rapporto, in generale, indica una tendenza pluriennale al decremento delle leggi regionali (in tutte le materie). Nel 2006, infatti, sebbene siano state approvate più leggi rispetto all’anno precedente (632 contro 595) è diminuito il numero di commi e articoli. Più leggi, dunque, ma generalmente più corte.
Per quanto riguarda le leggi in materia di servizi sociali e assistenza, le assemblee regionali hanno licenziato 30 leggi nel 2006. Sei in più del 2005. Al primo posto risulta il Friuli Venezia Giulia con 4 leggi, seguito da Lombardia, Liguria, Veneto e Abruzzo con 3.
Più in dettaglio, per quanto riguarda la classificazione per materia: il 32% delle norme ha riguardato materie istituzionali e organizzative, il 24% l’associazionismo, il 20% il settore familiare-materno. Solo il 4% invece donne, disabilità, immigrazione e povertà. Il rapporto rileva anche il numero di regolamenti sulle politiche sociali. In questo caso si registra un calo da 27 a 20. Le materie più interessate dalla legislazione di dettaglio sono state: settore familiare-materno (30%), istituzionale-organizzativo e finanziario (20%), immigrazione (10%).


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