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Legge di stabilità, non c’è spazio per il sociale
Quasi tutti cassati (o ritirati dai proponenti) alla Bilancio gli emendamenti che provavano a migliorare la legge, introducendo misure contro la povertà, aumentando i fondi del welfare, introducendo vantaggi fiscali e l'innalzamento del tetto al 5 per mille. Ecco l'elenco dei tentativi andati a vuoto e dei pochi rimasti ancora nel testo
E' una vera e propria “strage di emendamenti sociali” quella che si sta consumando in Senato sulla legge di stabilità, l'avevamo anticipato settimana scorsa, ma oggi i contorni sono definitivi e chiari. Per vari motivi (soprattutto d copertura) sono stati infatti cassati o ritirati diversi provvedimenti che avrebbero migliorato la legge, introducendo misure necessarie e opportune come, per esempio, la stabilizzazione del 5 per mille, l'aumento dei fondi per la social card e per il servizio civile e l'esenzione dalla nuova tassa Trise per il non profit.
Ma vediamo, punto per punto, i temi su cui non è più possibile intervenire (almeno al Senato, dove in Commissione Bilancio è in corso la discussione) e quelli invece per i quali è ancora ammesso uno spiraglio grazie all'”accantonamento” di emendamenti che a questo punto saranno discussi in aula.
5 per mille: nessuna speranza di vedere stabilizzato il 5 per mille, ovvero di trasformarlo in legge dello stato, o di aumentare il limite di raccolta: sono stati respinti tutti gli emendamenti, presentati da tutti i gruppi, che puntavano a entrambi gli obiettivi.
Povertà e reddito minimo: un emendamento che prevede la creazione di “un Fondo di 400 milioni di euro finalizzato al finanziamento della sperimentazione ed il successivo avvio di un programma nazionale di sostegno per l'inclusione attiva” presso il ministero del Lavoro, da cui attingere per erogare agli indigenti un sussidio economico, è stato “accantonato”, quindi probabilmente se ne riparlerà in aula. L'emendamento, presentato da un gruppo di senatori di Pd e Scelta Civica, prevede di reperire le risorse per il fondo da un aumento dell'aliquota di tassazione dei redditi di natura finanziaria dal 20 al 22% (come inizialmente previsto dallo stesso governo).
Non autosufficienza: qualche spiraglio anche per un possibile aumento della dotazione del fondo per la non autosufficienza: sono stati infatti ammessi alla discussione in aula due emendamenti, uno che prevede l'innalzamento del fondo da 250 a 500 milioni (Scelta Civica e Pd), e l'altro che alza l'asticella fino a 350 (PdL).
Fondi Infanzia: accantonato anche un emendamento che aumenta di 15 milioni il fondo per l'infanzia, portandolo a 35 milioni. E' firmato da senatori del Pd e Scelta Civica.
Distribuzione cibo ai poveri: erano ben 15 gli emendamenti (bipartisan) che puntavano a un aumento delle risicate risorse destinate alla distribuzione gratuita di derrate alimentari da parte degli enti caritativi: tutti i promotori chiedevano che il mini-fondo, dotato di soli 5 milioni, venisse portato a 35. Gli emendamenti sono stati oggetto di una bocciatura tecnica, per snellire il lavoro in Aula. Tre emendamenti sono stati segnalati, e dunque andranno in votazione.
Social card: stessa triste sorte è toccata a tre emendamenti, anche qui presentati da Pd e Scelta Civica, per estendere la social card a tutto il territorio nazionale: i senatori chiedevano a questo fine altri 100 milioni, ma evidentemente il governo ha ritenuto che mancasse la copertura, e la social card rimarrà dunque così com'è.
Imposta di registro per le onlus: due emendamenti vevano chiesto che le onlus fossero esenti dal pagamento dell'imposta, ma sono stati l'uno ritirato dal gruppo PdL e l'altro (sempre PdL) dichiarato inammissibile. Stessa sorte ha subito un altro emendamento analogo presentato da Scelta Civica. Le onlus dovranno quindi pagare.
Imu e Trise: altri due coraggiosi tentativi di migliorare il testo – rendendo esenti le onlus dalla nuova tassa Trise e chiarendo i termini dell'esenzione Imu per gli enti non commerciali – vista la mala parata sono stati entrambi ritirati dagli stessi proponenti (l'emendamento sull'Imu della senatrice Ghedini, Pd, prevedeva per esempio uno stanziamento di 600 milioni).
Cooperazione Internazionale: non è stato per ora cassato un emendamento che punta a innalzare il fondo per la Cooperazione internazionale, portandolo da 60 a 70 milioni di euro per i prossimi tre anni. Lo firmano tre senatori Pd.
Servizio Civile: un secco “no” dalla Commissione Bilancio a un possibile aumento dei fondi per il Servizio civile, che prevedeva complessivi 55 milioni da destinare sia al Fondo nazionale che ad attività di formazione e orientamento. L'emendamento vedeva come primo firmatario il senatore Lepri (Pd).
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