Politica

Legge di Bilancio: sull’energia manca il salto di qualità

Un piano investimenti nelle rinnovabili per gli edifici pubblici si ripagherebbe in pochissimo tempo assicurando nel tempo energia gratis per il 70% del fabbisogno del settore pubblico consentendo un sostegno contro la povertà energetica di più di un milione di famiglie

di Leonardo Becchetti

La presentazione della prima manovra finanziaria del governo Meloni è un invito a cambiare le categorie mentali con le quali siamo abituati a valutare la politica.

Ci hanno insegnato che la sinistra ha più sensibilità sociale, la destra aiuta invece i ricchi e i tecnici pensano solo agli equilibri di bilancio. La verità di un paese come il nostro è che il debito elevato ci costringe a rispettare limiti e vincoli che tengano in piedi l’ombrello protettivo con il quale la BCE tiene a bada i mercati finanziari. E questi vincoli finiscono per ridurre gran parte delle differenze.

Applichiamo questo concetto alla finanziaria, pezzo per pezzo, e sfatiamo un punto che aiuta maggioranza ed opposizione a fare un passo avanti: in Italia non esiste una destra iperliberista e una sinistra sociale ma una destra e sinistra che hanno entrambe sensibilità sociale con sfumature differenti (pensioni minime e social card più che reddito di cittadinanza).

Le contrapposizioni radicali, sbandierate in campagna elettorale per polarizzare il consenso degli elettori, si stemperano in una sostanziale convergenza su molti punti. L’intervento sulla riduzione del cuneo fiscale è ad esempio un intervento di buon senso, con un elemento di progressività (riduzione maggiore per i redditi più bassi) che avrebbe potuto fare un governo Draghi o un governo di centro sinistra. La cosiddetta flat tax (irrealizzabile nella sua versione pura a meno di far saltare il bilancio dello Stato) diventa lo spostamento della soglia dei lavoratori autonomi. L’eliminazione del reddito di cittadinanza si trasforma nella riduzione, da 12 ad 8 mensilità, della misura per i cosiddetti “occupabili”, alla luce di una distinzione tra fragili e fannulloni che non vogliono accettare un lavoro che, come in molti cerchiamo di spiegare, ha poco senso. Esiste infatti una terza categoria, purtroppo numerosa, dei “lavoratori poveri” con salario e integrazione del reddito di cittadinanza che suggerisce come non abbia senso limitare la misura ai fragili non occupabili.

In Italia non esiste una destra iperliberista e una sinistra sociale ma una destra e sinistra che hanno entrambe sensibilità sociale con sfumature differenti (pensioni minime e social card più che reddito di cittadinanza)

Leonardo Becchetti

Dove il governo può e deve fare un salto di qualità (che per ora manca) è sul fronte energia. Assieme a Claudio Becchetti e Francesco Naso abbiamo spiegato come un piano investimenti nelle rinnovabili per gli edifici pubblici si ripagherebbe in pochissimo tempo assicurando nel tempo energia gratis per il 70% del fabbisogno del settore pubblico consentendo un sostegno contro la povertà energetica di più di un milione di famiglie. In questi anni (dal governo Draghi in poi) ci siamo dissanguati spendendo 70 miliardi (9 del nuovo governo) per il sostegno alle bollette che perpetua la dipendenza dalle fossili mentre avremmo potuto eliminare gran parte di quella dipendenza autorizzando i progetti sulle rinnovabili già presentati (secondo Terna 280 gigawatt ovvero quattro volte quanto necessario per gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030).

Con Etica sgr 22 anni fa abbiamo avviato il percorso di voto col portafoglio in finanza di uscita dalle fonti fossili oggi così urgente. Se anche a molti anni di distanza il nostro paese avesse iniziato a fare questo percorso di indipendenza energetica non avremmo il caro bollette e neppure l’inflazione che ha una sola radice, quella dell’aumento dei prezzi di gas e petrolio.

Siamo ancora in tempo per cambiare. Il leader inglese del governo di destra ha annunciato che l’obiettivo del Regno Unito è l’indipendenza energetica attraverso le rinnovabili e il premier Meloni ha parlato di Italia paradiso delle rinnovabili e ribattezzato il ministero dell’Ambiente come ministero della sicurezza energetica.
Possiamo raggiungere questo obiettivo ma bisogna fare presto anche completando quanto prima il percorso dei decreti attuativi sulle comunità energetiche, uno strumento prezioso che trasformerà il sistema di produzione di energia in un sistema a rete con tanti nodi, distribuito e condiviso.

Basta accendere la radio per sentire solo pubblicità che parlano di rinnovabili, di pompe di calore, di efficienza energetica. La società è al solito avanti, la politica fatica a seguire e ad essere, come sosteniamo da sempre con il paradigma dell’economia civile, levatrice delle energie della società. Queste energie in Italia sono ricchissime e distribuite sui territori e aspettano solo di essere attivate nell’interesse di tutti

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