Sostenibilità

Legge delega sull’ambiente, altolà europeo

Nuova procedura d'infrazione contro l'Italia, questa volta sul tema dei rifiuti. Il WWF: "Ritirate il mostro giuridico".

di Redazione

Non rispettato il termine, nessuna risposta esaustiva: si è aperta una nuova procedura d?infrazione contro l?Italia per violazione della normativa sui rifiuti legata alla Legge Delega. Con un atto datato 13 gennaio e recapitato oggi al WWF, la Commissione Europea dà così un ultimatum all?Italia. La nota della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea al Presidente del WWF Italia, Fulco Pratesi sottolinea che ?La repubblica italiana è tenuta a conformarsi al parere motivato emesso dalla Commissione. Ove rilevasse la persistenza della situazione di violazione del diritto comunitario la Commissione potrebbe adire la Corte di Giustizia delle Comunità europee?. Questo vuol dire che finchè l?Italia non adeguerà le sue norme sui rifiuti, tra cui la legge Delega e il suo decreto attuativo, entrambe attualmente in discussione, la Commissione Europea potrà in qualunque momento decidere di portare l?Italia davanti alla Corte di Giustizia Europea con conseguenze gravi di condanna e applicazione di multe severe. Quella dei rifiuti è per il WWF il preludio ad una lunga serie di condanne che arriveranno dall?Europa anche sulle altre materie ?indebolite? dal nuovo regolamento ambientale come le acque, il danno ambientale , la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e la valutazione d?Impatto Ambientale. ?Il Governo ha i minuti contati per evitare una figuraccia di fronte all?Europa ed evitare ai cittadini il peso delle sanzioni economiche che ne potrebbero conseguire ? ha dichiarato Michele Candotti, Segretario generale del WWF Italia – Parallelamente alle azioni degli uffici europei la nostra Corte Costituzionale sta esaminando il medesimo ?nodo-rifiuti? della Legge Delega proprio perché ?in contrasto con le direttive comunitarie. Per riuscire a creare questo mostro giuridico oggi palesemente contestato dall?Europa ci sono voluti 2 passaggi per il Consiglio dei Ministri (il terzo ed ultimo nei prossimi giorni), 2 passaggi alle Commissioni ambiente di Camera e Senato, una pioggia di pareri favorevoli e di elogi alla riforma da parte della maggioranza, una commissione speciale di 24 saggi e 20 membri della Segreteria tecnica di supporto. La sola ?squadra? di consulenza è finora costata oltre 1.300.000 euro (stanziati appositamente) mentre altre centinaia di migliaia di euro sono stati spesi per le iniziative di comunicazione e promozione relative alla Legge Delega. Il WWF chiede una sospensione immediata dell?approvazione del testo Legge Delega poiché il Governo non può far finta di non sapere?. ITER DELLA LEGGE: Come è noto, la legge delega in campo ambientale è composta di due parti: una relativa alla delega vera e propria, un?altra immediatamente attuativa. Entrambe le parti trattano di rifiuti. La Commissione può intervenire oggi solo sulla parte immediatamente attuativa poiché il decreto legislativo non è ancora stato definitivamente approvato e pubblicato. Il testo, che ha ricevuto proprio ieri il sì del Parlamento aspetta ancora una formalizzazione del Consiglio dei Ministri e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. IL NODO-RIFIUTI: Nella parte immediatamente attuativa il WWF aveva contestato il capitolo rifiuti che consentiva procedure semplificate per lo smaltimento e il recupero dei rottami ferrosi sostanzialmente modificando la nozione di rifiuto in vigore in tutta la comunità europea. Viene infatti ribadito ed accentuato l?intento di sottrarre quanto più possibile i rifiuti da attività industriali ed artigianali, alla disciplina di settore escludendo le aziende da significativi obblighi di carattere sostanziale Il decreto legislativo, prodotto sulla base della delega parlamentare, non fa altro che aggravare la posizione di violazione dell?Italia, introducendo per i rifiuti il concetto di ?sottoprodotto e di ?materia prima seconda? e, come scarti di produzione che vengono sottratti al regime di controllo a cui tutti i rifiuti in Europa sono sottoposti. Tale situazione, come ripetutamente sostenuto dal WWF, è in violazione della direttiva comunitaria (75/442/CEE) ed è oggi confermato proprio dall?Unione Europea.


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