Sostenibilità

Legge caccia: se approvata farà disastri, Wwf

Una denuncia dalla sezione astigiana dell'organizzazione raccolta da Elisa Ferrando, che rispecchia la posizione nazionale.

di Gabriella Meroni

“Se la proposta di legge sulla caccia verrà approvata, causerà un inaudito biocidio”. Queste parole cariche di preoccupazione sono di Giorgio Baldizzone, presidente della sezione astigiana del WWF, scandalizzato dal testo della legge in discussione alla Commissione agricoltura della Camera dei Deputati. “Le conseguenze sarebbero molto gravi – spiega Baldizzone – per diverse ragioni. Innanzitutto si prevede di ampliare i territori in cui è possibile praticare la caccia, consentendola addirittura nei parchi nazionali e regionali (ad eccezione delle aree di riserva integrale), cioè in quelle riserve naturali come il Parco nazionale d’Abruzzo o il Gran Paradiso, dove la legge attuale vieta la caccia in ogni periodo dell’anno prevedendo sanzioni penali per i trasgressori. Nello stesso tempo si propone di raddoppiare il calendario venatorio, senza tener conto dei periodi di riproduzione degli animali, cruciali per il mantenimento della specie. Anche perché il disegno di legge prevede che la fauna migratoria non sia più considerata come patrimonio dello Stato, ma come “res nullius”, cosa di nessuno. Ragion per cui non esisterebbero più limitazioni a cacciare passeri, peppole, fringuelli, pittime reali e altre specie attualmente non cacciabili. Insomma, la fauna migratoria non avrà più scampo, e il destino della fauna stanziale sarà totalmente nelle mani dei Comprensori provinciali di caccia, gli enti gestori dell’attività venatoria delle province italiane, che verranno ridotti. Non che la situazione cambierà molto nel caso specifico di Asti, dato che già da tempo i Comprensori sono guidati dai soli sostenitori della caccia, tanto che noi rappresentanti delle associazioni ambientaliste ci siamo ritirati in quanto “fuori luogo””. “Come si può notare, dunque – conclude Baldizzone – la proposta di legge causerebbe una vera tragedia ambientale, ma nello stesso tempo porrebbe l’Italia in contrasto con le leggi comunitarie. Infatti, con l’Europa unita è cambiata la filosofia alla base del settore ambientale: la flora e la fauna di un Paese membro sono considerate europee, perché ne può godere la vista anche un qualsiasi altro cittadino straniero. Per questo, quando in passato le associazioni ambientaliste hanno fatto ricorso alla Corte europea contro qualche provvedimento italiano che violava le leggi comunitarie, hanno sempre vinto. E anche questa volta non rimarremo inattivi. Infatti è già possibile manifestare il proprio dissenso nei confronti della legge inviando una mail di protesta a tutti i capigruppo in Parlamento, attraverso il sito del WWF vai al sito. Elisa Ferrando


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