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Legge Bossi-Fini, arriva il primo sì della Consulta

La Corte costituzionale respinge le richieste di incostituzionalità e conferma che è reato, per lo straniero, restare in Italia dopo l'ordine di allontanamento

di Benedetta Verrini

La Corte Costituzionale conferma la legittimità di uno dei passaggi più critici della legge Bossi-Fini. Con la sentenza n.5 del 13 gennaio 2004, la Consulta ha stabilito che è reato per lo straniero restare nel territorio nazionale in violazione dell’ordine di allontanamento entro cinque giorni deciso dal questore. Sono state così respinte le eccezioni di legittimità costituzionale, sollevate rispettivamente dal Tribunale di Ferrara e dal Tribunale di Torino (quest?ultimo con cinque distinte ordinanze) sull’art. 14, comma 5-ter, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, che è il Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell?immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, aggiunto dall?art. 13, comma 1, della legge 30 luglio 2002, n. 189, la Bossi-Fini, appunto. La sentenza su questo articolo – che punisce il reato con l’arresto dai sei mesi a un anno – è il primo via libera dei giudici della Consulta alla legge 189 del 2002. Ora la Corte dovrà pronunciarsi sulla legittimità dell’articolo forse più contestato, che prevede l’arresto obbligatorio in flagranza dello straniero che non abbia obbedito all’ordine di allontanamento da parte del questore (articolo 14 comma 5 quinquies del decreto legislativo 286 del 1998).


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