Cultura

Legge Biagi: Tiraboschi presenta nuovo libro

Il prof. Michele Tiraboschi, che ha lavorato con il prof. Marco Biagi, ha parlato di riforma del mercato del lavoro con il Movimento cristiano dei lavoratori.

di Redazione

 ?Passata la sbornia di una campagna elettorale giocata su slogan tanto attrattivi quanto evanescenti, come il famoso ?Oggi precari, domani stabili?, bisogna ormai voltare pagina e guardare in faccia la realtà: questo significa riconoscere che mai nessuna legge potrà creare per miracolo milioni di posti di lavoro superpagati e a tempo indeterminato. L?efficacia delle leggi dipende dagli uomini, dal modo in cui vengono applicate. E gli strumenti proposti dalla legge Biagi finora non hanno ancora trovato applicazione?? è forte e appassionata la difesa che questa mattina il prof. Michele Tiraboschi, uno dei più stretti collaboratori del compianto prof. Marco Biagi, assassinato dalle BR, ha sostenuto davanti a una rappresentanza dei giovani del Movimento Cristiano Lavoratori, riuniti a Roma, presso la sede del Movimento, per approfondire da vicino, in un confronto diretto, i temi della riforma del mercato del lavoro. Prendendo le mosse dal suo ultimo libro “Un futuro da precari?”, Tiraboschi ha ripercorso le tappe di un cammino che dal 2001 a oggi ha coinvolto Governo, parti sociali e mondo sindacale: ?Non si può sostenere che la legge Biagi e il libro Bianco che l?ha preceduta, siano stati momenti scevri dalla tanto invocata concertazione ? ha detto -. La concertazione c?è stata, eccome: anche se ha coinvolto solo Cisl e Uil, oltre alle rappresentanze del mondo industriale, e non la Cgil, che si è voluta tirare indietro per partito preso ancor prima di affrontare il dibattito sulle proposte di merito. Questo significa che per il futuro, pensare di cancellare con un colpo di spugna il progetto di riforma non è ipotizzabile?. ?Nulla è un dogma, e non lo è neppure la legge 30; ma prima bisogna applicarla per poterne valutare limiti e opportunità. Dopo di che sarà normale fare tutti gli aggiustamenti e le modifiche necessarie. Prima fra tutte il completamento delle parti mancanti, come le normative sugli ammortizzatori sociali di cui tanto si parla. Serve però una visione riformista, aperta, e non ideologicamente condizionata. In Italia il sistema delle protezioni sociali è molto alto, generoso, ma poi è alimentato solo da una persona su due, dato l?altissimo tasso di disoccupazione e il dilagare delle forme di lavoro nero. Aggredire il lavoro nero significa elevare i tassi di occupazione e, quindi, avere più gente che contribuisce al mantenimento di una forte rete di protezioni sociali?. Preciso e diretto il commento del presidente nazionale del Mcl, Carlo Costalli: ?Noi continueremo a batterci per la difesa della legge Biagi e per la promozione di una sempre maggiore sensibilizzazione del mondo giovanile e degli attori sociali in genere?, ha detto. ?La sola ipotesi che nel nuovo Governo prevalgano quelle forze ?conservatrici? che insistono per abrogare la riforma Biagi ci fa rabbrividire: si aprirebbe infatti una prospettiva che ci farebbe compiere un balzo indietro di decenni, ponendo il Paese fuori dalle regole europee e cancellando centinaia di migliaia di posti di lavoro?. ?La precarietà che alcuni detrattori invocano è la conseguenza della mancanza di contrattazione tra imprese e sindacato, e l?attacco alla Biagi maschera un?assenza di verità sulla precarizzazione che si annida nell?eccessivo ricorso, anche nella pubblica amministrazione, alle collaborazioni coordinate e continuative (introdotte dal ?pacchetto Treu?); dai contratti a termine ripetuti all?infinito (regolati dalla legge 368 del 2001, e non dalla Biagi) e, soprattutto, dal fenomeno dei finti appalti di lavoratori senza diritti, da parte di (finte) cooperative?.  

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