Welfare

Legge Biagi: Maroni chiede aiuto agli imprenditori

Roberto Maroni intervendo all'assemblea di Assolombarda ha sottolineato come alcune imprese trascurino, nei rinnovi dei contratti, alcuni istituti della legge Biagi

di Carmen Morrone

Se le riforme strutturali sono un modo di fare innovazione, la riforma del lavoro e’ una delle piu’ importanti: una riforma dalle grandissime potenzialita’. Lo ha ricordato Roberto Maroni, ministro del Welfare, nel suo intervento all’assemblea di Assolombarda. ”Sono preoccupato – ha detto – per le fortissime resistenze al riconoscimento e alla attuazione della legge Biagi da parte del sindacato, che hanno portato anche la controparte imprenditoriale a trascurarne alcune parti”. Maroni ha accennato ad alcuni recenti contratti, come quello dei tessili, che hanno trascurato alcuni articoli della riforma Biagi. Bisogna invece compiere uno sforzo, ha detto, per dare attuazione almeno alle riforme che gia’ ci sono. Il ministro ha citato l’esempio del sistema di formazione permanente, alimentato con appositi versamenti Inps e finanziato con 500 milioni di euro da dirottare sui fondi professionali. Ma la burocrazia italiana ed europea, ha denunciato Maroni, si oppongono all’utilizzo di questi soldi: la Commissione Ue ha detto che si tratta di aiuti di Stato. ”Chiediamo aiuto agli imprenditori”, ha concluso Maroni Se le riforme strutturali sono un modo di fare innovazione, la riforma del lavoro e’ una delle piu’ importanti: una riforma dalle grandissime potenzialita’. Lo ha ricordato Roberto Maroni, ministro del Welfare, nel suo intervento all’assemblea di Assolombarda. ”Sono preoccupato – ha detto – per le fortissime resistenze al riconoscimento e alla attuazione della legge Biagi da parte del sindacato, che hanno portato anche la controparte imprenditoriale a trascurarne alcune parti”. Maroni ha accennato ad alcuni recenti contratti, come quello dei tessili, che hanno trascurato alcuni articoli della riforma Biagi. Bisogna invece compiere uno sforzo, ha detto, per dare attuazione almeno alle riforme che gia’ ci sono. Il ministro ha citato l’esempio del sistema di formazione permanente, alimentato con appositi versamenti Inps e finanziato con 500 milioni di euro da dirottare sui fondi professionali. Ma la burocrazia italiana ed europea, ha denunciato Maroni, si oppongono all’utilizzo di questi soldi: la Commissione Ue ha detto che si tratta di aiuti di Stato. ”Chiediamo aiuto agli imprenditori”, ha concluso Maroni


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