Formazione

Legge assistenza, Anmic chiede più sostegno per i disabili

Il presidente dell'associazione mutilati e invalidi interviene oggi a Roma esprimendo riserve sulla legge e un incoraggiamento al governo

di Gabriella Meroni

?Apprezziamo molto le finalità generali della legge quadro 328/2000 sul sistema integrato dei servizi sociali, che ha riformato l? intera assistenza. Ma del provvedimento i disabili apprezzano molto meno la sua attuale modalità di attuazione: cioè la non esigibilità del diritto alle prestazioni socio-sanitarie? ha dichiarato oggi il Presidente Anmic Giovanni Pagano aprendo i lavori a Roma del Seminario nazionale promosso dall?Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili dedicato all?analisi delle politiche per l?handicap. ?In particolare non ci piace affatto – ha precisato Pagano nel corso del suo intervento – che i soggetti con incapacità totale di provvedere alle proprie esigenze abbiano soltanto una priorità di accesso ai servizi. Questo non assicura la certezza del diritto, perché l?accesso dipenderà dal momento della richiesta e dalla disponibilità di risorse finanziarie. Troppi ?se? e condizioni. La vita quotidiana dei tre milioni circa di cittadini con handicap ha invece urgente bisogno di sostegni sicuri e concreti: uno su tre vive da solo, mentre i disabili con più di 64 anni superano già i due milioni. L?alto numero dei soggetti interessati e i livelli di assistenza sono dunque una questione di enorme rilevanza che le politiche sociali e sanitarie dovranno affrontare?. Nel corso del Seminario – che ha rappresentato un?occasione di confronto a 360 gradi con le Istituzioni, le Associazioni dei disabili, gli esperti e gli operatori sociali sullo stato di attuazione delle leggi a tutela dei cittadini invalidi ? il Presidente Anmic si è poi soffermato su un altro tema fondamentale per la categoria: la necessità di uno snellimento delle procedure di accertamento e concessione delle prestazioni economiche. A tale riguardo è stato sottolineata anche la grande importanza che per la revisione dei criteri di valutazione dell?invalidità potrà avere in futuro la rielaborazione della classificazione OMS: ?La revisione dei criteri di accertamento della invalidità dovrà fare riferimento alle nuove classificazioni internazionali che l?Organizzazione mondiale della Sanità ha appena elaborato. Una metodologia valutativa personalizzata e multifattoriale che vedrà la persona nella globalità dei suoi bisogni e delle sue attitudini. Non più, quindi, solo una valutazione della riduzione della capacità lavorativa, ma una classificazione che tenga conto della salute del disabile insieme a fattori personali e socio-ambientali? In pratica, un avanzamento culturale che sarà decisivo anche ai fini dell?integrazione lavorativa. Per inserire il lavoratore invalido nel posto più adatto, è stato ribadito, occorre valutare anzitutto le sue capacità attuali e potenziali, le sue competenze e inclinazioni. Un percorso che è stato indicato dalla nuova legge sul collocamento mirato che ha, tra l?altro, il suo perno sulla riabilitazione e formazione professionale. Tuttavia, anche la riforma del collocamento appare inattuata – denuncia l?Anmic ? tanto è vero che solo 1 disabile su 5 risulta oggi occupato.


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