Leggi
Legge anti spreco: quella italiana la migliore. Parola di Carrefour
Arriva dal colosso della grande distribuzione francese un giudizio positivo sulla nuova norma che, secondo la coordinatrice Csr di Carrefour Italia è «il miglior esempio a livello europeo», in quanto «basata sugli incentivi e sulla valorizzazione delle buone pratiche».
di Redazione
Anche da Carrefour arrivano i complimenti alla legge italiana sugli sprechi alimentari. E il giudizio del gruppo multinazionale francese sulla normativa è più che favorevole: «Riteniamo infatti la legge, così come strutturata in Italia, sia ad oggi il migliore esempio a livello europeo. Quella italiana infatti, rispetto a quella francese, è una legge basata sugli incentivi e sulla valorizzazione delle buone pratiche, sulla capacità di creare relazioni durature tra i soggetti coinvolti che tengono conto delle esigenze e capacità reciproche. In questo modo sarà sempre più possibile sviluppare reti virtuose di raccolta ed utilizzo delle eccedenze evitando obblighi e costrizioni formali che rischiano di creare flussi totali di difficile gestione di eccedenze alimentari verso le onlus»afferma Flavia Marè, coordinatrice Csr Carrefour Italia.
Marè ricorda anche che nel nostro Paese il gruppo «già da diversi anni ha attivato importanti partnership, prima tra tutte quelle con il Banco Alimentare, per consentire la raccolta delle eccedenze e la loro distribuzione alle persone in difficoltà economiche tramite enti presenti sul territorio dei punti di vendita».
Inoltre, Il Gruppo Carrefour ha deciso di dedicare al tema della lotta allo spreco alimentare l’annuale iniziativa “La Grande Sfida dei Fornitori" che coinvolge i 650 fornitori di prodotti a marchio aziendale valorizzando le loro iniziative e buone pratiche su questo aspetto.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.