Famiglia

Legge 40: sì alla revisione delle linee guida

Il Css ha dato l'ok. Fecondazione assistita anche per malati di hiv. E niente diagnosi preimpainto sugli embrioni: "potenziate la diasgnosi sugli ovuli"

di Sara De Carli

Il Consiglio superiore di Sanità ha presentato ieri al ministro Turco il proprio parere sulla sussistenza o meno di presupposti per l’aggiornamento delle linee guida della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Il Css – è scritto nella nota – “ha ritenuto che tali presupposti sussistano, relatovamente ad alcuni aspetti”. A lavorarci è stata una commissione di 13 esperti, insediatasi il 24 maggio 2007.
Tre i punti che il Css ritiene opportuno modificare:
– allargare l’accesso alle tecniche di PMA anche alle coppie non sterili in cui l’uomo sia portatore di malattie sessualmente trasmissibili – hiv, epatite b e c – dove le precauzioni necessarie a tutelare la madre e il feto diventano di fatto una causa oggettiva impeditiva, che si traduce necessariamente in una condizione di infecondità. La situazione attuale invece prevede che possano accedere alle PMA solo coppie con sterilità o infertilità documentata.
– la certificazione dello stato di infertilità venga effettuata specificamente da specialisti
– implementare gli studi sulla crioconservazione e lo scongelamento degli ovociti, favorendo l’estensione di tali tecniche nei centr di PMA (oggi è utilizzata in modo particolare al Sant’Orsola di Bologna) e garantendo alle coppie equità di accesso ai trattamenti su tutto il territorio nazionale. Un punto questo in cui il Css si discosta dalla relazione sulla legge 40 presentata il 28 giugno dalla Turcoal parlamento che invece aveva sottolineato il carattere ancora sperimentale delle tecniche giudicandola “troppo costosa rispetto alle probabilità di successo”.

Oltre a questo, ci sono poi alcuni suggerimenti:
– che si prevista in ogni centro la possibilità di consulenza psicologica con uno psicologo con adeguata formazione nel settore
– di implementare a scopo di ricerac lo studio del primo corpuscolo polare, che contiene il patrimonio genetico della madre, per attingere informazioni su importanti patologie genetiche trasmissibili. Esclusa quindi la diagnosi preimpianto sugli embrioni
– l’istituzione di un tavolo di confronto che valuti le problematiche connesse al raggoungimento di una migliore eefficacia e sicurezza delle tecniche
– la raccolta in forma disaggregata dei dati relativa alle tecniche di PMA, per una più articolata valutazione dei risultati.

Il Ministro Turco, sul Corriere, annuncia che entro fine ottobre modificherà le linee guida, tenendo presente le indiczioni del Css, “ragionevoli e imparziali”. «Sbagliava chi considerava le linee guida uno strumento per cambiare pagina. La struttura della legge 40 è molto rigida, per stravolgerla ci vuole il parlamento. Qui bisognava basarsi solo su un’analisi tecnica». La Turco però precisa che “parla come ministro”, non come la parlamentare che ha combattuto la legge: “queste norme sono una contraddizione del principio di rispetto dell’embrione e della salute della donna”.

A settembre la Commissione Affarsi sociali ha già fissato un’audizione con il Ministro sui dati della relazione.


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