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LEGGE 40. Onida: “La legge non contiene il divieto di diagnosi preimpianto”

Così il costituzionalista commenta i dubbi sulla legge 40 aperti dalla recente sentenza della Corte Costituzionale

di Sara De Carli

La diagnosi preimpianto si può fare. “Da profano della materia, semplicemente leggendo la legge, mi sembra pacifico che la diagnosi preimpianto si può fare”. Lo dice Valerio Onida, costituzionalista, oggi moderatore del Convegno “La fecondazione assistita dopo la sentenza della Corte costituzionale” tenutosi questa mattina a Milano.”Negli articoli 13 e 14  della legge 40 i non trovo il divieto di diagnosi preimpianto. La coppia ha diritto di essere informata sulla salute dell’embrione, e come faccio a informarla se non c’è una diagnosi? Certo c’è il diiveto di selezionare gli embrioni a scopo eugenetico, e lì bisogna intendersi su cosa sia eugenetica, però la diagnosi come informazione mi sembra palese”.

Onida ha risposto così alle provocazioni lanciate dall’intervento di Antonino Guglielmino, ginecologo e direttore del Centro Hera che ha criticato la posizione del ministro Sacconi e del sottosegretario Roccella, che hanno escluso che si possa fare diagnosi preimpianto anche dopo la sentenza della Corte Costituzionale.

“Smettiamola con la paura dei capelli biondi e occhi azzurri”, ha detto Guglielmino. “La diagnosi preimpianto è marginale, nel mondo ne sono state fatte 21mila e sono nati 4mila bambini: per l’OMS stessa, la libera scelta di avere un figlio sano non costituisce eugenetica. Anzi, stando alle definizioni dell’Oms eugenetica è una politica coercitiva sulla popolazione, che impedisce la libera scelta delle persone per motivi religiosi o economici. Direi quindi che, in base a queste definizioni autorevoli, è la Roccella che sta facendo una politica eugenetica”.


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