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LEGGE 40. Congela embrioni solo il 30% dei centri, con o senza legge

Abbiamo tanti centri quanti gli Usa, ma una percentuale di gravidanze ferme al 25%

di Sara De Carli

Al Convegno “La fecondazione assistita dopo la sentenza della Corte costituzionale” tenutosi questa mattina a Milano è intervenuta anche Eleonora Porcu, responsabile del Centro di fecondazione del Policlinico Sant’Orsola. Ha detto: “sia nel fare che nel disfare la legge 40 c’è stata e c’è una scarsa conoscenza del dato di realtà, per cui l’intero dibattito è falsato da opinioni e dal fattore commerciale, ingente”.

La crioconservazione di embrioni
Sulla crioconservazione la Porcu per prima cosa ha spostato gli accenti della questione: è un modo per “salvare l’embrione, poiché scientificamente l’embrione che non sopravvive alla crioconservazione non aveva nemmeno le capacità intrinseche di sviluppo una volta impiantato”.
Tuttavia è un dogma che devono essere inseminati tutti gli ovociti prodotti: la Porcu è tra i precursori del congelamento degli ovociti e questa mattina ha citato i dati (limitati) del suo personale osservatorio. Non c’è differenza statisticamente rilevante tra la percentuale di gravidanze che si ottengono da embrioni congelati e ovociti congelati. Nel suo centro, peraltro, sotto la legge 40 la percentuale di gravidanze per tranfert è del 33%, più elevato del 31% medio europeo: “non è vero quindi che limitare il numero di embrioni impiantati penalizza l’efficienza delle tecniche”.

Tanti centri, ma inefficienti
Il problema è che in Italia la media di successo è del 25,5%: molto più basso della media europea. “È lo standard medio italiano ad essere basso, ma era così anche prima della legge 40. Abbiamo la più alta concentrazione di centri di PMA del mondo, tanti centri quanti ne hanno gli Usa, ma anche prima della legge 40 solo il 30% di essi crioncervava embrioni. Ora, con la sentenza della Consulta, si sta ripresentando il problema. Purtroppo è drammaticamente falso che in tutti i centri italiani si può oggi congelare embrioni, per una questione strutturale. Una cosa che viola la legge 40, a prescindere dalle modifiche attuali”.

La contestazione
I dati dello studio della Porcu sono stati contestati da Antonino Guglielmino, ginecologo e direttore Centro Hera: “Su 30mila soggetti in cura in Italia, i 200 casi citati dalla dottoressa sono un campione troppo ristretto”. Guglielmino ha citato i dati che altri centri hanno ottenuto con il congelamento degli ovociti: il 4% a Bruxelles e il 14% dal Centro Hera.


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