Formazione

Legge 185: continua l’impegno degli enti locali

Un nuovo ordine del giorno approvato dal comune di Pieve di Cadore. Il senatore Bedin: "Non consideriamo conclusa la battaglia per la trasparenza nel commercio delle armi"

di Benedetta Verrini

Continua l’impegno degli enti locali a supporto della Campagna In difesa della 185. Tre settimane fa il comune di Pieve di Cadore (Belluno) ha approvato un ordine del giorno che impegna il governo a “mettere in atto misure che consentano la partecipazione del Parlamento italiano e dei Parlamenti nazionali dell?Unione Europea di controllare efficacemente l?applicazione del codice di comportamento europeo sull?export delle armi e l?attuazione dell?Azione comune sulle armi leggere”; e a “promuovere un incontro annuale con le associazioni non governative maggiormente rappresentative, notoriamente impegnate in materia di rispetto dei diritti umani, nel controllo sul commercio degli armamenti e in iniziative umanitarie di grande valore etico e morale per discutere con loro, valutandone le osservazioni, i contenuti della relazione annuale al Parlamento redatta ai sensi dell?articolo 5 della legge 9 luglio 1990 n. 185”. Il documento ricalca, sostanzialmente, una proposta di ordine del giorno inviata alle amministrazioni comunali dal senatore Tino Bedin (Margherita) per tenere alta l’attenzione sulla riforma della 185. “A proposito delle modifiche alla legge 185, vedo che dopo un mese dalla grande fretta di arrivare alla approvazione in Senato del disegno di legge 1547, proprio mentre le armi sparavano, il provvedimento se ne sta ancora in commissione alla Camera, dove non è ancora iniziato l’esame degli emendamenti” commenta Bedin. “Mi auguro che nei pochi spazi consentiti dai regolamenti parlamentari un po’ di ostruzionismo si possa praticare anche alla Camera, sia in commissione che in aula: per dire che non consideriamo conclusa la battaglia per la trasparenza nel commercio delle armi, e soprattutto per ribadire che non consideriamo le armi una merce qualsiasi”.


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