Formazione
Legambiente: scuole a rischio
Ecco il Dossier dell'Associazione che ogni anno monitora la sicurezza degli edifici scolastici
di Redazione
“La tragedia di Rivoli, mette in risalto la necessità e l’urgenza di adeguate politiche di gestione del patrimonio scolastico. Sono numerose ancora le scuole italiane che non raggiungono gli standard minimi di sicurezza, prive dei certificati di agibilità statica o di prevenzione degli incendi, ospitate in strutture inadatte, nate per altri usi e mai modificate, oppure come in questo caso, alloggiate in strutture vecchissime. Il fatto che nel decreto del Ministro Gelmini siano previsti fondi per l’edilizia scolastica va quindi valutato positivamente ma risulta quanto mai urgente completare l’unico strumento utile a fotografare la qualità edilizia degli istituti: l’anagrafe degli edifici scolastici avviata nel 1996 e mai conclusa”.
Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ha commentato sgomento il tragico evento della scuola del Torinese.
Secondo i dati del rapporto Ecosistema scuola 2008 di Legambiente, le scuole italiane che possiedono il certificato di agibilità statica sono meno del 60% (dato preoccupante per una nazione a diffuso rischio sismico), quelle che hanno il certificato igienico-sanitario sono il 71,14% e di prevenzione incendi appena il 52,19%. Ancora, il 23,62% degli edifici scolastici necessitano d’interventi di manutenzione urgenti, mentre il 47,11% hanno goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni.
Sono anche le caratteristiche geologiche del Paese a motivare una particolare e maggiore cura per gli istituti, visto che moltissimi sono in aree a rischio ambientale dichiarato e numerosissime sono ancora quelle costruite prima del 1974 (34,92%) o addirittura prima.
Scuole site in aree a rischio dichiarato Età degli edifici scolastici. Costruite:
Rischio idrogeologico |
3,21% |
|
Prima del 900 |
4,49% |
Rischio sismico |
75,04% |
|
Tra il 900 e il 1940 |
13,42% |
Rischio vulcanico |
4,82% |
|
Tra il 1940 e il 1974 |
34,92% |
Rischio industriale |
5,65% |
|
Tra il 1974 e il 1990 |
40,92% |
Altro |
1,61% |
|
Tra il 1990 e il 2006 |
6,26% |
|
Anno 2005* |
Anno 2006* |
Anno 2007* |
Certificato agibilità statica |
63,35 |
% 62,21% |
58,64% |
Certificato agibilità ig-sanitario |
61,75% |
73,97% |
71,14% |
Certificato prevenzione incendi |
26,44% |
34,08% |
52,19% |
Porte antipanico |
73,89% |
88,85% |
85,10% |
Impianti elettrici a norma |
69,93% |
86,13% |
85,61% |
Prove di evacuazione |
75,3% |
89,21% |
79,96% |
Scale di sicurezza |
48,2% |
45,76% |
54,72% |
Ecco la prima pagina del dossier di Legambiente, scaricabile a questo indirizzo
Ci saremmo aspettati un passo in avanti in più dalle amministrazioni per questo dossier 2008 di Ecosistema Scuola. Invece, malgrado il piano d’investimenti di
250 milioni di euro previsti dall’ultima finanziaria per il triennio 2007-09,
l’edilizia scolastica rimane la cenerentola delle politiche locali.
Eppure non stiamo parlando di una componente trascurabile: 42.000 edifici su
tutto il territorio nazionale, in cui vivono ben 9 milioni di cittadini.
E’ come se parlassimo della più grande “metropoli” del Paese, all’interno della
quale non riusciamo a programmare politiche coordinate e coerenti.
Innanzitutto, non ha avuto uno sviluppo la prevista Anagrafe nazionale
dell’edilizia scolastica, che attraverso metodologie di rilevamento condivise con le
Amministrazioni locali, avrebbe dovuto fornire una serie di dati aggiornati sullo
stato degli edifici scolastici. Ad oggi, Ecosistema Scuola è l’unica indagine che
tenta di restituire un quadro di orientamento sullo stato degli edifici e dei servizi
scolastici in Italia.
In secondo luogo, a livello comunale e provinciale, come spesso si evince dal
modo in cui vengono compilati i questionari che ci ritornano per il dossier, non
c’è una modalità di monitoraggio costante di un patrimonio edilizio che oltre ad
essere bene materiale, è anche bene educativo e sociale.
In realtà, alcuni miglioramenti nella consapevolezza dell’importanza di investire in
questo campo s’iniziano a registrare, ma a livello ancora sporadico e con grosse
differenze nelle diverse aree del Paese (la forbice fra Nord e Sud anche in questo
caso si fa sentire).
Rimangono i dati preoccupanti del rischio amianto e radon, ancora troppo alto,
malgrado si provveda di anno in anno ad attivare opere di bonifica. Continuano,
infatti, a crescere i casi certificati di edifici scolastici con presenza di radon e
amianto. Soprattutto per i casi di radon si passa dallo 0,02% del 2006 al 2,37%
del 2007: dato in parte “rassicurante”, perché testimonia che finalmente le
Amministrazioni hanno iniziato a monitorare questo tipo d’inquinamento prima
quasi del tutto sottovalutato.
Anche la messa in sicurezza delle scuole risulta essere un punto debole, con circa
il 50% che non possiedono il certificato di agibilità statica e la prevenzione
incendi.
Un’attenzione particolare va inoltre data all’inquinamento acustico, che con
l’11,5% è la fonte d’inquinamento principale e più vicina alle scuole che di per se
stesse hanno già, in assenza di strutture fonoassorbenti, un problema interno di
diffusione del rumore.
L’organizzazione Mondiale della Sanità pone per questo tipo d’inquinamento dei
limiti oltre i quali la qualità della vita viene compromessa. Inoltre, degli studi
effettuati in alcune scuole europee, hanno dimostrato che in presenza di rumore
la capacità di concentrazione e la qualità della relazione alunno/docente
diminuisce sensibilmente.
Sul versante invece delle buone pratiche di sostenibilità che alcune
amministrazioni stanno cercando di mettere a sistema, spicca l’investimento
sull’alimentazione biologica nelle mense, spesso stimolato e concordato con i
genitori che chiedono più qualità e sicurezza alimentare per i pasti dei propri figli.
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