Famiglia

Legambiente rilancia il Progetto Rugiada

Un mese in un centro ad hoc, senza cibo contaminato

di Redazione

Sono ormai passati ventiquattro anni da quel lontano aprile del 1986, data dell’esplosione nella centrale nucleare di Chernobyl. Un inferno radioattivo che ha segnato in maniera indelebile una delle più grandi catastrofi ambientali della storia.

Ancora oggi il livello di radioattività è altissimo e la cosa più agghiacciante è che le popolazioni continuano a vivere con i bambini (per i quali le conseguenze sono molto più gravi) in aree a forte rischio di contaminazione, e si nutrono di prodotti dell’orto pieni zeppi di radionuclidi e bevono acqua radioattiva dei pozzi circostanti. Le radiazioni non si vedono e non si toccano con mano ma sono pericolosissime e stanno minando il sistema immunitario di queste popolazioni con tutta una serie di patologie specifiche che si stanno sviluppando, previste dalla letteratura scientifica.

Proprio per cercare di porre rimedio a questa situazione disperata è nato nel 1994 il Progetto Chernobyl, con lo scopo di accogliere in Italia i bambini provenienti dalle zone contaminate. In poco più di dodici anni è riuscito a ridare il sorriso a oltre 25.000 bambini. Una goccia d’acqua nel mare, in ogni caso, vista la grande richiesta d’aiuto. Nel 2006, dopo tredici anni in cui Legambiente ha portato avanti l’ospitalità in Italia, l’associazione del cigno ha deciso di orientare il proprio impegno direttamente nelle aree contaminate sia in Bielorussia sia in Russia. In particolare Legambiente con il Progetto Rugiada effettua un monitoraggio sanitario ospitando per un mese in un centro specializzato, a Vilejka.

I bambini provengono dalle zone più colpite dal distastro nucleare. La struttura è situata tra i boschi e sulla riva di un lago, dove i piccoli vengono seguiti con programmi specifici, sia di tipo medico che pedagogico, con  lo scopo di riscontrare possibili forme tumorali. Per tutto il periodo dell’accoglienza viene fornito loro cibo sano e non contaminato dalle radiazioni, oltre a vestitini nuovi. A loro è dedicata tutta l’attenzione del centro con programmi specifici che prevedono controlli e attività scolastiche alla mattina, con giochi e attività di gruppo nel pomeriggio.

In poco più di dodici anni Legambiente è riuscita a ridare il sorriso a oltre 25.000 bambini: una goccia d’acqua nel mare, in ogni caso, vista la grande richiesta d’aiuto. Per avere informazioni a riguardo è possibile consultare il sito www.solidarietalegambiente.org.

 

 


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