Formazione

Legambiente: luci e ombre d’Italia

Alla vigilia del suo 7° Congresso, Legambiente presenta il qiuadro ambientale del Paese attraverso 20 indicatori

di Redazione

Crescono le aree protette (10% del territorio nazionale) ma s?impenna l?abusivismo edilizio (30.821 le costruzioni abusive). Diminuisce il consumo di pesticidi (-25% rispetto al 1990) e l’agricoltura biologica compie passi da gigante (+ 20% in un anno) ma non si arresta la crescita dei gas a effetto serra (+5,5% dal 1990). Fa progressi la raccolta differenziata (+1,7%) ma un po? più rapidamente avanza la produzione di rifiuti urbani (+2%). Ecco la foto dell?Italia che Legambiente presenta alla vigilia del suo settimo Congresso nazionale, organizzato a Roma dal 24 al 30 novembre prossimo: un panorama della situazione ambientale del nostro Paese rischiarato da molte luci ma dove sono ancora troppe le ombre. Chiaroscuri vecchi e nuovi sui quali l?associazione ambientalista ha fatto il punto, per capire com?è veramente cambiata l?Italia e, dati alla mano, cosa scende e cosa sale. Su questi dati, sui risultati raggiunti e sui traguardi da raggiungere, sui progressi e sulle inefficienze delle politiche ambientali in Italia, ma anche su temi mondiali e ormai strategici, come la globalizzazione e l?accesso alle risorse, Legambiente si confronterà nell?arco della sua settimana congressuale. L?appuntamento prevede 7 giorni di convegni, mostre e spettacoli, che precederanno il congresso vero e proprio, legati dal filo conduttore della tutela dell?ambiente. Saranno l?occasione per riflettere sull’impegno dell’associazione, ma anche per proporre un diverso approccio, più innovativo e più sostenibile, per affrontare la stretta interconnessione tra temi economici, sociali, ambientali. L’incontro tra le culture, la buona globalizzazione, l’identità saranno perciò al centro dei convegni insieme ad altri temi la disponibilità idrica, la pace, l’energia, i trasporti, i rifiuti, le città, la natura protetta. Sul fronte più direttamente italiano, ci si confronterà con i rischi per il territorio e per la salute di un progressivo smantellamento delle politiche ambientali, con le occasioni invece di valorizzare il patrimonio di natura, tradizioni e cultura che caratterizza il nostro Paese. Un Paese dove l’energia eolica comincia a diventare competitiva con 800 MW di potenza installata, dove nelle grandi città aumentano i cittadini che scelgono di spostarsi con i mezzi pubblici ma, d?altro canto, non si attivano politiche che frenino la situazione di dissesto idrogeologico che minaccia il 45% dei Comuni d?Italia; le forze dell?ordine accertano in solo anno 19.453 reati contro l?ambiente; non accenna a diminuire la produzione di rifiuti urbani e il consumo d?imballaggi cresce a tasso doppio rispetto a quello generale; le emissioni di gas a effetto serra sono aumentante del 5,5% rispetto ai livelli del 1990, anno rispetto al quale il Protocollo di Kyoto prevede invece un calo del 6,5% entro il 2010. Ecco allora i 20 parametri scelti da Legambiente per raccontare l?Italia, i progressi, le occasioni e i rischi delle nostre politiche ambientali. LUCI Agricoltura biologica: L?agricoltura biologica copre oltre l’8% della superficie agricola utilizzabile (dati dicembre 2001). In un solo anno, cioè rispetto al 2000, è cresciuta del 20% circa e le aziende sono salite a oltre 56.000. Resta fortemente concentrata nelle regioni meridionali (69% delle superfici), con Sardegna, Sicilia, Puglia ed Emilia Romagna come regioni con la maggiore superficie. Prodotti italiani certificati Dop e Igp: Cresce il numero dei prodotti tipici di qualità con marchio DOP (per i prodotti il cui ciclo produttivo si svolge interamente in una delimitata area geografica) e IGP (quando ciò avviene solo per una parte del processo). Rispetto al 2000, i nostri prodotti certificati sono cresciuti del 7%. Consumo pesticidi: Il consumo di pesticidi è calato del 10% rispetto al 1997 e del 25% rispetto al 1990. Questa riduzione nell?impiego di prodotti chimici in agricoltura va infatti di pari passo con la crescita dell?agricoltura biologica. Aree protette: Il sistema nazionale delle aree protette interessa il 10% del territorio nazionale, pari a oltre 2.980.000 ettari. E? un importante traguardo, la percentuale più alta d?Europa, che tocca picchi del 16% nel territorio Appenninico e del 23% nelle aree SIC (Siti d?Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone a Protezione Speciale) stabilite da due direttive Ue. Altro importante traguardo, il fatto che le aree protette sia appunto consociate in sistema, sotto un?unica federazione, e abbiano avviato politiche di sistema in grado di orientare l?insieme del territorio circostante. Le aree naturali protette sono in tutto 772, di cui 22 parchi nazionali, 146 riserve naturali statali, 20 riserve marine statali, 105 parchi regionali, 335 riserve regionali. Gli enti locali interessati sono 1.748 Comuni (il 22% del totale), 283 Comunità montane (il 79% del totale), 98 Province e tutte le Regioni. Energia eolica: L?Italia ha raggiunto quest?anno una potenza eolica installata di quasi 800 MW, che cominciano a rendere il settore competitivo. Non è molto se paragonato 8.700 MW installati in Germania, tuttavia nel 2001, l?Italia è stato il terzo paese per quantità di nuove installazioni. Trasporto pubblico urbano: Cresce il trasporto pubblico urbano, per numero di cittadini trasportati, nelle grandi città. Tra le 13 grandi città, con oltre 200.000 abitanti ? dove il trasporto pubblico rappresenta generalmente un?alternativa praticabile a gran parte del traffico privato ? Roma e Milano si posizionano nettamente al di sopra di tutte le altre, con prestazioni superiori a un viaggio /abitante al giorno. Bari è però l?unica città ad avere incrementato in maniera decisa il numero totale di passeggeri rispetto al 2001, con una crescita del 12%. Rispetto al 2001, il numero di passeggeri trasportati annualmente è aumentato in modo significativo nei Comuni di Aosta, Cosenza, Latina, Perugina e Reggio Calabria. Piste ciclabili: Cresce la rete delle piste ciclabili. Nell?arco del 2002, sono aumentate del 18%, per uno sviluppo complessivo di quasi 1.500 chilometri, pari a 0,09 metri per abitante. Si sono piste ciclabili in 77 capoluoghi di provincia, 6 in più rispetto allo scorso anno. Tuttavia, rimane ancora lontano l?obiettivo di 2.000 chilometri di piste ciclabili su 100 città italiane previsto nel Piano Nazionale di Sviluppo Sostenibile del 1993. Raccolta differenziata: La raccolta differenziata è cresciuta del 1,7% tra il 2000 e il 2001, e dal 4 al 16,9% in 10 anni, un traguardo importante anche se non all’altezza delle indicazioni del decreto Ronchi (35%). A fronte di questo dato medio nazionale rimane, però, un consistente divario tra centro-nord e centro-sud e, mentre sono ormai centinaia i comuni che hanno superato quota 50%, sono soltanto nove le Province che hanno raggiunto percentuali superiori al 35%; cinque sono sopra il 30%, otto sopra il 25%, dodici sono ancora a percentuali di raccolta differenziata tra il 20 e il 25%. OMBRE Abusivismo edilizio: Tra il 2001 e il 2002, l?abusivismo edilizio è cresciuto del 9%. Il numero di case illegali costruite in Italia è tornato a crescere dopo tre anni di costante flessione, superando il muro delle 30mila costruzioni abusive. Sono esattamente 30 821, ben 2.544 in più rispetto al 2001. Il ritorno del mattone selvaggio ha alimentato una produzione di cemento illegale equivalente a 4.204.380 metri quadrati per un valore immobiliare di 2.102 milione di euro. Il 55% del nuovo abusivismo edilizio si concentra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (nell?ordine, come numero di case illegali, Campania, Sicilia, Puglia e Calabria). In queste quattro regioni, il 26,5% degli immobili costruiti nel 2002 è abusivo, cioè poco più di una casa su quattro. Illegalità ambientale: Sono stati 19.453 i reati accertati nel 2002 in Italia. Nella classifica dell?illegalità ambientale, sta al primo posto la Campania (con 2.996 infrazioni accertate), seguita dalla Calabria (2.852) e dalla Sicilia (1.895). Rispetto al 2001, sale al quarto posto la Toscana (1.485) seguita dal Lazio (1.438) e dalla Puglia (1.287), mentre la Lombardia (999) diventa la prima regione del nord come numero d?infrazioni accertate. Rifiuti urbani: La produzione di rifiuti urbani è cresciuta del 2% tra il 2000 e il 2001 e la quantità prodotta ammonta a 29,3 mln tonnellate/anno. Così, i progressi della raccolta differenziata non hanno ridotto la quantità d’immondizia che finisce in discarica o nell’inceneritore: erano 25 mln di tonnellate nel ’93, nel 2001 sono ancora 24,5. Consumo di imballaggi: E a un tasso doppio rispetto alla crescita dei consumi e dei rifiuti urbani, crescono gli imballaggi, aumentando del 23% tra il 1996 e il 2001. Consumi energetici: Rispetto al 1990 i consumi energetici sono aumentati dell?13,3% rispetto al 1990. La crescita continua a essere guidata dai consumi per i trasporti e per gli usi civili. Nel 2000 il consumo di fonti energetiche primarie di origine fossile rappresentava ancora l?88% dei consumi totali. Consumi di carburante: Tra il 2000 e il 2001 le vendite di benzine e gasolio sono rimaste sostanzialmente stabili, mentre nel 2002 si è verificato un deciso aumento del gasolio (+7%) discapito delle benzine, in calo del 2,7%. In due anni, il consumo medio di carburanti per abitante, stimato in chili di petrolio equivalente (kep), è passato da 652 a 650 kep/abitante. Tasso di motorizzazione: La densità automobilistica costituisce uno degli elementi più critici per le città italiane. C?è in Italia più di un auto ogni 2 abitanti. Dopo la forte crescita registrata nella prima metà degli anni 90, il numero di auto circolanti nei comuni capoluogo è aumentato del 2% circa tra il 1995 e il 1998 fino a raggiungere 10 milioni e mezzo di vetture. La crescita è rimasta limitata allo 0,3% tra il 1998 e il 2000 ma nel 2001 il tasso di motorizzazione è cresciuto invece dell?1,5%. Qualità degli standard di emissione delle auto: Mentre al nord la percentuale di autovetture che rispecchiano gli standard Euro 1, Euro 2 e Euro 3 è del 63%, al centro del 59% e scende al 47% al sud e nelle isole. Qualità dell’aria: Le emissioni prodotte dai trasporti sono cresciute del 20% rispetto al 1990. Nelle città calano CO e NO2, grazie al parziale rinnovo del parco auto, ma PM10 e Benzene fanno registrare un numero allarmante di superamenti annui delle soglie limite. Nel corso del 2002, nessuna grande città è risultata in regola con tutti e quattro gli inquinanti considerati. In quasi tutte le grandi città sono presenti aree in cui vengono superati valori limite per la protezione della salute umana previsti dalla direttiva comunitaria per NO2 e PM10. Ben 9 città su 12 superano di gran lunga la soglia limite di 56 mg/mc NO2. Le uniche a rimanere al di sotto del limite di 44.8 mg/mc previsto per il PM10 sono Catania e Napoli. Altissime invece, nel corso del 2002, le concentrazioni di polveri sottili a Torino, Milano, Genova e Bari (+50% rispetto al valore obiettivo di 40 mg/mc previsto per il 2005). A Genova vengono superati i limiti previsti per il biossido di zolfo (125 mg/mc da non superare più di 3 giorni all?anno), mentre il valore limite di 10 mg/mc previsto per il benzene, che si ridurrà progressivamente a partire dal 2005 fino a dimezzarsi nel 2010, è superato a Firenze (13), Roma (11), Napoli (11) e Bari (11). Gas serra: Rispetto al 1990, anno di riferimento per l?obiettivo di una riduzione del 6,5% definito con il protocollo di Kyoto da raggiungere entro il 2010, la crescita delle emissioni di gas climalteranti in Italia ammonta al 5,5%. Su scala europea, l?Italia si colloca nel gruppo dei 7 Paesi (insieme a Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Belgio e Olanda) nei quali le emissioni di CO2 sono cresciute nel corso degli ultimi 10 anni. L?Italia è anzi il terzo paese per crescita in valore assoluto delle emissioni lorde di CO2 ed è l?unico dei grandi paesi europei ad aver incrementato le proprie emissioni. Incendi: Tra il 1992 e il 2001 sono stati percorsi dal fuoco oltre mezzo milione di ettari: – 4% rispetto al decennio precedente ma + 10% rispetto agli anni 70. Dissesto idrogeologico: In Italia sono ben 3671 i Comuni a rischio idrogeologico (il 45% del totale), il nostro territorio è stato martoriato, solo negli ultimi 10 anni, da ben 12993 eventi idrogeologici. Le spese sostenute dallo Stato e dagli Enti Locali per fronteggiare le emergenze sono fantascientifiche 1.689.072.288,47 ? solo nel 2000-2001, per ricostruire ciò che c?era in precedenza, per permettere il funzionamento della macchina dei soccorsi. In altre parole finanziamenti che non comportano un miglioramento della situazione per il medio e lungo periodo, ma semplicemente il tamponare i danni per ricostruire ciò che è stato distrutto.


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