Sostenibilità
Legambiente: in Italia è “Far West”
Lo rivela il rapporto uscito in occasione della giornata mondiale dell'acqua (in allegato)
di Redazione
L’imbottigliamento di acque minerali in Italia è un business da 2,3 miliardi di euro. Ma soprattutto è ancora un “far west” per quanto riguarda invece i canoni di concessione regionale- A denunciarlo è Legambiente. In occasione della giornata Mondiale, l’associaizon ambientalista ha diffuso il dossier “Il far west dei canoni di concessione sulle acque minerali” realizzato in collaborazione con “Altreconomia”, in con cui denuncia l’imbarazzante quadro nazionale sulle tariffe pagate alle Regioni italiane dalle società imbottigliatrici.
Secondo l’inchiesta Veneto e Lazio sono le Regioni più virtuose. Bocciate invece Liguria, Calabria, Molise, Emilia Romagna, Sardegna, Puglia e Alto Adige. Le Regioni incassano dalle aziende cifre irrisorie e insufficienti a ricoprire anche solo le spese sostenute per la gestione amministrativa delle concessioni o per i controlli, senza considerare quanto viene speso dagli enti locali per smaltire in discarica o in un inceneritore il 65% delle bottiglie in plastica che sfuggono al riciclaggio. Secondo Legambiente e Altreconomia, un processo di revisione e innalzamento dei canoni non solo consentirebbe di “ripagare” il territorio dell’impatto di queste attivita’, ma anche di recuperare fondi, in un periodo in cui e’ sempre piu’ difficile reperirli, da destinare a finalita’ ambientali. Per Legambiente e Altreconomia tutte le Regioni italiane inadempienti devono procedere all’immediato adeguamento della normativa regionale ai canoni previsti dalle linee guida nazionali, replicando le esperienze praticate con successo dalle Regioni Veneto e Lazio.
Acqua di sorgente prelevata da 189 fonti da cui attingono 321 aziende imbottigliatrici che pagano spesso cifre irrisorie per realizzare poi enormi profitti, come dimostra il giro di affari di 2,3 miliardi di euro raggiunto nel 2008. Questa è la fotografia sul business dell'”oro blu” in bottiglia, scattata da Legambiente e Alteconomia.
In Italia nel 2008 sono stati imbottigliati 12,5 miliardi di litri di acqua, per un consumo pro capite di 194 litri, più del doppio della media europea e americana che si aggirano sugli 80 litri. In assenza di una legge nazionale che definisca gli importi dei canoni di concessione per l’imbottigliamento delle acque minerali ciascuna Regione decide in autonomia.
E’ ancora un obiettivo lontano, spiega Legambiente, l’adeguamento delle leggi regionali sui canoni di concessione alle linee guida nazionali approvate nel 2006 e che prevedono tre tariffe: da 1 a 2,5 euro per metro cubo o frazione di acqua imbottigliata; da 0,5 a 2 euro per metro cubo o frazione di acqua utilizzata o emunta; almeno 30 euro per ettaro o frazione di superficie concessa.
Quest’anno la Giornata Mondiale dell’Acaua è dedicata alla qualità delle acque con lo slogan ”Clean Water fon a Healthy World” (Acque pulite per un pianeta sano) e alle azioni per la protezione delle fonti. Secondo i dati ONU, entro il 2025, un miliardo e 800 mila persone vivranno in regioni con grande carenza di acqua. Già oggi circa 1 miliardo e 200mila persone vivono in zone dove l’acqua scarseggia e 500mila sono in procinto di confrontarsi con la mancanza d’acqua. E 1 miliardo e 600mila persone vivono in Paesi dove per scarsità di fondi e infrastrutture l’accesso all’acqua e’ difficile.
Sul banco degli imputati anche i cambiamenti climatici con un’accelerazione della desertificazione in alcune zone del pianeta ma anche con l’aumento di catastrofi naturali come tornado, tempeste, alluvioni, che inquinano le fonti di acqua potabile.
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