Sostenibilità

Legambiente: 50% frutta contaminata da pesticidi

Dalla ricerca emerge che su 3502 campioni di frutta analizzati, 1748 contengono uno o piu' principi attivi

di Gabriella Meroni

Il 50% della frutta analizzata dalle Agenzie Ambientali delle Asl risulta contaminata da pesticidi. Questo in sintesi il dato piu’ allarmante emerso dal nono rapporto ”Pesticidi 2002” presentato oggi in Fiera a Padova da Legambiente, in occasione del Sep Pollution, il salone internazionale delle ecotecnologie.

Dalla ricerca emerge che su 3502 campioni di frutta analizzati, 1748 contengono uno o piu’ principi attivi. Nello specifico ben 584 (il 17% del totale) sono i prodotti con residui di diverse sostanze e 105 sono quelli palesemente irregolari e manifestamente fuorilegge. Va un po’ meglio con gli ortaggi, con 662 campioni contaminati su 3239 esaminati (il 20% del totale), di cui 98 con piu’ di un residuo, 524 ”regolari” contaminati da un solo principio attivo e 40 prodotti (1,3% del totale) irregolari. La percentuale totale dei campioni irregolari risulta, inoltre, di fatto raddoppiata rispetto allo scorso anno, passando dall’1% all’1,8%. Secondo Roberto Della Seta, portavoce nazionale di Legambiente, esiste comunque un altro problema correlato ai dati rilevati dal rapporto.

”La legislazione e’ vecchia di oltre 30 anni – ha detto Della Seta – non prevede ancora un limite alla somma di piu’ residui nello stesso alimento. In questo modo vengono definiti regolari prodotti che possono contenere fino a 6 principi contemporaneamente. Il numero dei prodotti contaminati conferma poi che in Italia continua l’abuso dei pesticidi e di altri fitofarmaci, compresi alcuni principi attivi come il Clorpirifos, il Procimidone, i Ditiocarbammati, il Benomil, da tempo classificati come cancerogeni all’ estero”. Ma e’ dai dati relativi alle regioni piu’ virtuose, che effettuano sistematicamente i controlli, che emergono le situazioni piu’ allarmanti. In Emilia Romagna sono stati trovati 8 campioni di mele, 9 di pere e 5 di uva da tavola con piu’ di 5 residui. In Friuli un campione di radicchio conteneva 4 pesticidi mentre una sola fragola riusciva a contenerne 6. Il Piemonte, che quest’anno non ha fornito la differenziazione tra mono e poliresidui, spiega la ricerca, ha scoperto ben 48 campioni di frutta dichiaratamente irregolari su 697 prodotti analizzati. In Trentino su 10 campioni di uva da tavola analizzati, 2 sono risultati senza residui, 1 con un principio attivo, 1 con tre diversi principi e 6 completamente fuorilegge. Nessun dato, invece, e’ pervenuto da Alto Adige, Calabria, Marche e Molise. ”Da uno studio realizzato dai ricercatori dell’Enea – ha continuato Della Seta – risulta che il rischio cancerogeno per chi consuma prodotti ortofrutticoli contenenti residui chimici e’ pari a 1.24 ogni 10.000 abitanti nel corso di settant’anni”. La situazione dell’agricoltura italiana e comunitaria, secondo Della Seta, risulta cosi’ paradossale.

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