Crescita economica

Legacoop: «Transizione ecologica e digitale, un Piano europeo per sostenere gli investimenti»

Il presidente dell'organizzazione, Simone Gamberini, punta il dito sulle difficoltà di accesso al credito e sull'aumento dei costi, un freno per la ripresa economica. L'inflazione cala ma occorre un intervento a livello europeo e una diminuzione dei tassi d'interesse

di Redazione

L’aumento dei costi del credito e le crescenti difficoltà di accesso hanno frenato gli investimenti, elemento essenziale per agganciare la ripresa economica che potrebbe delinearsi nella seconda metà dell’anno. L’allarme è di Legacoop, che già in passato si era espressa chiaramente su questo aspetto. Ma non è l’unico problema che riguarda il mondo della cooperazione. «La revisione al ribasso delle previsioni della Commissione Ue sulla crescita economica, che per il nostro Paese riducono di due decimi di punto la stima del Prodotto interno lordo – Pil 2024, delinea un quadro complessivo di incertezza e di preoccupazione per l’impatto delle tensioni geopolitiche a livello internazionale, dell’andamento dei consumi e dei tassi di interesse, confermando i dati che avevamo diffuso recentemente presentando il rapporto realizzato dalla nostra Area studi in collaborazione con Prometeia», sottolinea il presidente di Legacoop, Simone Gamberini, che poi ricorda come lo studio contenesse «una stima del Pil italiano 2024 a +0,4%, quindi ancora più bassa di quella indicata dall’Ue, a causa di una persistente debolezza dei consumi delle famiglie, con una previsione di crescita di solo +0,5%, per l’elevato livello dei prezzi e la perdita di potere d’acquisto dei salari, cui si sommerà il venir meno degli effetti espansivi del Superbonus 110%».

Simone Gamberini, presidente nazionale di Legacoop

L’inflazione è in discesa (il rapporto Legacoop-Prometeia la prevede comunque al 2,5% nel 2024, mezzo punto in più rispetto alla stima Ue), ma non vanno sottovalutate nuove spinte inflazionistiche che potrebbero derivare da una possibile rincorsa tra prezzi e salari e da un’estensione del conflitto in Medio Oriente, con riflessi sui prezzi delle materie prime. Senza trascurare gli aumenti dei costi di trasporto per l’import e l’export di materie prime e merci determinati dal sostanziale blocco della navigazione nel canale di Suez.

Sul tema degli investimenti, Gamberini fa notare che, «non a caso, abbiamo più volte sottolineato, e continuiamo a farlo, la necessità di ridurre i tassi di interesse. In particolare, pensiamo che sia indispensabile un Piano europeo per sostenere gli investimenti delle imprese per la transizione ecologica e digitale. Oltre, naturalmente, ad un’accelerazione nell’attuazione del Pnrr, che potrebbe essere facilitata dalla revisione del Piano, grazie al maggiore peso degli incentivi agli investimenti privati. Inoltre, la maggiore concentrazione delle risorse negli ultimi tre anni di realizzazione, coerente con la revisione attuata, potrà determinare dal 2024 un’accelerazione della spesa, così come l’impulso atteso sul Pil grazie ad un flusso addizionale di oltre 20 miliardi di euro ogni anno, dal 2024 al 2026».

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