Economia
Legacoop: mai più soldi alla politica
Uno stralcio dell'intervista che uscirà sul numero di VITA di gennaio in cui il presidente di Legacoop, Mauro Lusetti affronta le questioni aperte dall'inchiesta “Mafia Capitale” e che sono state messe sul tavolo durante il 39esimo congresso nazionale della Lega delle Cooperative
di Redazione
Mai più soldi alla politica. È questa l'indicazione di Legacoop alle cooperative: chiudere i rubinetti ai partiti. Il presidente, Mauro Lusetti, è alla guida dal maggio scorso e In tempo per sentire i sospetti, le allusioni, i dubbi sul coinvolgimento di alcuni associati nello scandalo di Expo. E poi l'inchiesta “Mafia Capitale” delle cui ripercussioni si è parlato al 39esimo congresso della Lega delle Cooperative, tenutosi in questi giorni.
«Abbiamo avuto una reazione verso i fatti romani. Molto pronta, direi. Abbiamo sospeso, espulso le persone coinvolte. Le abbiamo cacciate dai consigli di amministrazioni e dagli incarichi associativi, abbiamo commissariato la Legacoop del Lazio», sottolinea in un'intervista che troverete su il numero di VITA di gennaio. Una presa di posizione dura che non lascia spazio al garantismo o a tatticismi: «non mi pare ci sia bisogno di aspettare la magistratura: dal punto visto etico e cooperativo, le cose che risultano dall'indagine e che sono di dominio pubblico sono abbastanza per stare fuori. Non abbiamo voluto nascondere la testa in mezzo alla sabbia».
Ma non è tutto. Per Lusetti il nodo della questione è semplice, «dobbiamo completare rapidamente il percorso di autonomia dai partiti storici e dalle ideologie. Un percorso che abbiamo imboccato da anni, intendiamoci, ma ora lo dobbiamo completare».
Un rapporto con la politica che deve essere certamente di dialogo ma per «rappresentare una visione generale della società. Lontano dai finanziamenti alla politica. Perché i singoli soci possono fare quelle che ritengono, liberissimi. Ma la cooperativa che, come tale, finanzia un partito no, quella non va bene», perchè «non è obbligatorio essere cooperatori, si può fare impresa diversamente, non c'è niente di male, si può andare da un'altra parte. Ma se si sceglie di cooperare, beh allora è si compie una scelta che ti segna la vita, per non dire una scelta di vita. Ti segna nel senso che ti condiziona e ti obbliga a un sistema valoriale».
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