Coesione sociale

Legacoop: «Le cooperative e l’economia sociale siano al centro dell’agenda politica europea»

Il presidente dell'organizzazione, Simone Gamberini, ha consegnato a Bruxelles un messaggio ai rappresentanti delle istituzioni Ue che hanno preso parte all’incontro “Cooperative, forza motrice per la competitività e la coesione sociale in Europa”, ospitato dalla rappresentanza della Regione Emilia-Romagna

di Redazione

Il presidente di Legacoop, Simone Gamberini, oggi a Bruxelles ha consegnato un messaggio ai rappresentanti delle istituzioni Ue che hanno preso parte all’incontro “Cooperative, forza motrice per la competitività e la coesione sociale in Europa”, ospitato dalla rappresentanza della Regione Emilia-Romagna presso l’Unione europea. L’evento era dedicato ad approfondire, attraverso un confronto che ha coinvolto numerose cooperative attive in filiere importanti dell’industria e dell’agroalimentare, i temi critici relativi alla competitività, all’innovazione e alla sostenibilità, e il ruolo centrale delle cooperative nel futuro del settore industriale e dell’agroalimentare in Europa.

«Per un’Europa alle prese con sfide quali il calo della competitività, la frammentazione del commercio internazionale e l’escalation delle tensioni geopolitiche, che rendono urgente la necessità di rafforzare la resilienza economica e la competitività, con una forte attenzione alla transizione verde e alla crescita sostenibile, le imprese cooperative, che mettono al centro le persone e generano valore e occupazione a lungo termine, benessere per le comunità e coesione sociale, possono offrire un contributo fondamentale al raggiungimento di questi obiettivi se vengono poste, nel contesto più complessivo dell’economia sociale, al centro dell’agenda politica dell’Unione europea, con la definizione di un quadro politico e normativo che ne valorizzi il ruolo e ne favorisca lo sviluppo, non penalizzandole rispetto alle altre forme di impresa». Questo il testo del messaggio.

Il presidente di Legacoop, Simone Gamberini

«Le cooperative rappresentano uno dei pilastri del modello economico dell’Emilia-Romagna, che coniuga crescita e coesione sociale, innovazione e sostenibilità», è il parere di Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna. «Il nostro sistema cooperativo è una realtà di primo piano a livello europeo e internazionale, con imprese che operano in settori strategici come l’agroalimentare, la manifattura avanzata, i servizi alla persona e il welfare, la logistica e la grande distribuzione. Le cooperative emiliano-romagnole non solo competono con successo sui mercati globali, ma contribuiscono in modo determinante alla resilienza economica e alla tenuta sociale delle comunità. In un momento in cui l’Europa deve affrontare sfide complesse, dalle tensioni geopolitiche ai dazi minacciati dagli Stati Uniti, fino alla necessità di una maggiore autonomia strategica, il ruolo delle imprese cooperative diventa ancora più centrale; per questo è importante oggi più che mai concretizzare una strategia europea che le valorizzi, garantendo strumenti adeguati a competere su scala globale, accesso agevolato ai finanziamenti e un quadro normativo che ne riconosca la specificità. L’Emilia-Romagna, con la sua lunga tradizione di cooperazione e il suo ruolo di hub economico europeo, è al fianco del sistema cooperativo perché sia al centro dell’Agenda politica dell’Ue».

Gamberini ha ricordato il convinto sostegno di Legacoop al processo di integrazione europea e, riferendosi all’attuale sfida della difesa comune, ha sottolineato come questa debba essere affrontata tenendo insieme la politica estera comune, le relazioni economiche e culturali con i Paesi extra Ue a cominciare dai “vicini”, non rinunciando ai valori fondativi dell’Europa. «La necessità di condividere spese comuni per la difesa non può significare rinunciare al nostro modello economico e produttivo, al sostegno agli investimenti per innovazione e crescita, a mantenere il nostro modello di welfare e l’innovazione sociale, rafforzando le protezioni sociali come elemento di sicurezza e stabilità», ha detto Gamberini. «Legacoop e le cooperative associate sentono l’urgenza di tenere insieme la sfida della competitività e della coesione sociale con la salvaguardia di una storia fondata su principi e valori di rispetto dei diritti umani, sociali e civili e delle libertà fondamentali delle persone».

La sede del Parlamento europeo a Bruxelles (Artur Roman su Pexels)

Da qui la riaffermazione dell’impegno delle cooperative a fare la loro parte per il raggiungimento degli obiettivi economici e sociali dell’Ue, e la richiesta alle istituzioni Ue di riconoscere il loro potenziale, in coerenza con le disposizioni dell’Action Plan per l’economia sociale, che riconosce esplicitamente la forma cooperativa tra i soggetti che ne fanno parte, in quanto ne condividono elementi distintivi: il primato della persona e della finalità sociale rispetto al profitto, il reinvestimento degli utili per svolgere attività di interesse collettivo e generale, la governance democratica e partecipativa.

«La Ue dovrebbe procedere ad una revisione della sua legislazione, con l’obiettivo di creare un ambiente competitivo, ad esempio attraverso la revisione delle politiche di concorrenza, la semplificazione legislativa, la facilitazione all’accesso ai finanziamenti e la creazione di campioni europei in settori strategici».

«Sul piano concreto, sono numerose le materie oggetto di regolamentazione che interessano le cooperative e che dovrebbero essere orientate in modo adeguato a coglierne le peculiarità. Ad esempio, la visione della Commissione europea per rafforzare la competitività e la resilienza dell’industria dell’Ue, delineata nel Clean Industrial Deal e nell’Affordable Energy Action Plan, deve considerare tutti gli aspetti e le parti della catena del valore, garantendo una trasformazione giusta e sostenibile. Gli investimenti necessari per la transizione pulita richiedono un accesso immediato al capitale, soprattutto per le imprese e le industrie di piccole dimensioni.

Sono inoltre necessari orientamenti chiari per aiutare le imprese cooperative ad accedere ai finanziamenti, tramite appalti e investimenti pubblici, norme sugli aiuti di Stato e partenariati pubblico-privati. Ad esempio, nel quadro del processo di valutazione della revisione della direttiva sugli appalti pubblici, dare priorità all’innovazione, all’impatto sociale e all’efficacia rispetto all’offerta più bassa, creerebbe condizioni di parità in cui le cooperative focalizzate sulla sostenibilità e sull’innovazione possono crescere».

Simone Gamberini e Raffaele Fitto, vicepresidente della Commissione europea

«Nel quadro delle politiche di concorrenza, il modello di impresa cooperativo potrebbe promuovere campioni e sfruttare le economie di scala in settori strategici, come ad esempio il digitale e l’intelligenza artificiale. La creazione di gruppi cooperativi orizzontali che comprendano piccole e medie cooperative in tutta l’Ue potrebbe contribuire a raggiungere questo obiettivo attirando know-how, competenze e risorse, a condizione che questo modello sia riconosciuto e sostenuto dai policy makers sia nell’Ue che a livello nazionale».

«Per quanto riguarda il settore agroalimentare, dove il modello cooperativo è ampiamente adottato e con un valore aggiunto di oltre 400 miliardi di euro rappresenta circa il 2% del Pil totale, le cooperative agroalimentari svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere la resilienza del settore, ma anche nel rafforzare il suo ruolo come pilastro della coesione rurale, sociale ed economica e garantire la competitività a lungo termine del settore. Nel contesto generale delle politiche Ue per il settore, che pure hanno riconosciuto il ruolo della cooperazione nella Vision for agriculture and food, interventi più decisi e mirati sono necessari, ad esempio, sulle nuove tecniche genomiche, armonizzando le normative tra gli Stati membri e impegnandosi con i rivenditori per creare fiducia e ridurre le barriere all’accesso al mercato per i prodotti trasformati con Ngt».

«In questo contesto, inoltre, i negoziati per la Politica agricola comune – Pac 2028-2034 dovrebbero creare un percorso verso un quadro normativo europeo abilitante che consideri la realtà cooperativa e miri a sfruttare ulteriormente i numerosi vantaggi che questo modello apporta al settore. In particolare, considerando che gli agricoltori hanno un fondamentale bisogno di sostegno per modernizzare le loro infrastrutture, adottare pratiche più sostenibili e restare competitivi, il bilancio della Pac nel Qfp post 2027 dovrebbe essere aumentato in modo da riflettere l’inflazione e la crescente domanda sull’agricoltura».

Credits: foto Legacoop

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