Economia

Legacoop: La cooperazione deve dire no alla precariet

Felice Romeo, presidnete Alcs: “Vanno studiati percorsi che consentano un inserimento graduale dei lavoratori”

di Stefano Arduini

Flessibilità non deve e non può far rima con precarietà: è la convinzione delle cooperative di lavoro Legacoop Lombardia, che si sono dimostrate capaci di coniugare la crescita dell’occupazione qualificata con le crescenti esigenze di flessibilità dei propri committenti. Una convinzione che trova riscontro nelle cifre: nel triennio 2003-05 le cooperative di lavoro Legacoop Lombardia hanno creato duemila nuovi posti di lavoro. E il 92% degli oltre 23mila addetti sono a tempo indeterminato.

Se ne è parlato a Milano nel convegno ?Cooperazione, flessibilità e riforme del lavoro? svoltosi a Palazzo Affari ai Giureconsulti.

Il convegno è stata l’occasione per fare il punto sulle politiche del lavoro allo studio nell’Unione Europea e per un confronto aperto tra le cooperative e il sindacato.

Antonio Panzeri, parlamentare europeo, ha sottolineato come ?l’Unione Europea guardi alla contrattazione collettiva come al modello più adatto per coniugare sicurezza individuale e diritti collettivi, anche se la dimensione deve tendere a essere quella europea. E gli ammortizzatori sociali sono lo strumento per gestire i grandi cambiamenti nel mondo del lavoro?. E ha ribadito come la lotta contro la discriminazione uomo-donna resti un impegno prioritario dell’Europa.

Felice Romeo, presidente di Alcs (Associazione Lombarda Cooperative di Servizi Legacoop), ha affrontato il tema Legge Biagi: ?La precarietà, intesa come lavori a tempo determinato – ha detto – può solo essere una tappa verso la definizione di un rapporto di lavoro stabile. Vanno semmai studiati percorsi che consentano un inserimento graduale dei lavoratori?.

?In Italia – ha sostenuto Susanna Camusso, segretaria generale Cgil Lombardia – occorrono certezze contrattuali. E non vanno confuse la necessità di forme contrattate di flessibilità, su cui siamo d’accordo, con sfruttamento e precarietà, scaricando tutti i costi delle inefficienze delle imprese sui lavoratori?.

Cooperative e sindacato puntano il dito contro il meccanismo delle gare d’appalto sotto i prezzi minimi e con assegnazione al massimo ribasso e il proliferare delle false cooperative, che in assenza di controlli non applicano i contratti di lavoro.

E hanno concordato l’istituzione di un tavolo di lavoro, chiamando a partecipare le Camere di Commercio, gli Uffici Provinciali del Lavoro e le Prefetture, per combattere la piaga del lavoro irregolare, sempre più diffuso anche in Lombardia.

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