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Lega – M5S: le convergenze nel contrasto all’azzardo

M5S e Lega condividono la necessità di una svolta in tema di contrasto all'azzardo. L'aumento della povertà e l'accrescersi della forbice delle disuguaglianze, messa in luce dagli ultimi dati Eurostat, stridono con il fatturato in crescita dell'industria dell'azzardo: 102 miliardi di euro nel 2017. Sarà possibile una strategia comune Lega-M5S per il contrasto all'azzardo? Per ora il tema è assente nelle 28 pagine del lavoro coordinato da Giacinto della Cananea

di Marco Dotti

Le dichiarazioni delle ultime ore di Matteo Salvini e Luigi Di Maio sembrano indicare una convergenza. «Di Salvini ci si può fidare e si può fare un buon lavoro», ha dichiarato il leader del M5S.

Responsabilità e fiducia sembrano le parole chiave per arrivare a una piattaforma comune. Ma per non restare alle parole e ancorasi ai fatti – come sa bene Di Maio – non si può che partire dai programmi.

Il M5S è, di fatto, con la Lega l'unico partito ad averne uno condiviso dalla base. E nel programma dei Cinquestelle un punto chiave, sottovalutato dai commentatori, è quello del contrasto all'azzardo.

Su questo punto il Movimento 5 Stelle si è impegnato con continuità nell'ultima legislatura, cogliendo una una sfida che il centrosinistra non ha saputo – o voluto – portare oltre dichiarazioni e comunicati stampa. E l'ha vinta. Non solo elettoralmente, ma socialmente.

Malgrado il tema non compaia nelle 28 pagine del lavoro coordinato da Giacinto della Cananea (qui), qualora andasse al Governo il M5Stelle sarebbe chiamato ad essere conseguente con le proprie posizioni. In primis, da una situazione che è diventata intollerabile (102 miliardi il fatturato 2017 dell'azzardo legale) e continua ad agire come moltiplicatore di diseguaglianze e impoverimento. Sono oltre 9milioni i cittadini italiani che, dagli ultimi dati di Unioncamere, versano in condizioni di povertà.

Dall'altro, a chiare all'atto il M5S sarebbe la sua base. Base che ha dato un preciso mandato: attuare il contrasto socio-economico al gambling. Il M5S si trova dunque nella condizione di poter incidere concretamente e, soprattutto, di doverlo fare. Senza tentennamenti.

Il programma del M5S, d'altronde, parla chiaro. Eccolo:

«La domanda di azzardo è stata indotta artificialmente con decenni di liberalizzazione e pubblicità; invertire la rotta richiede ora una strategia articolata che incida sulla domanda, sull’offerta, e sul controllo della illegalità.

È fondamentale stabilire delle priorità fra:

1.Divieto assoluto di pubblicità e sponsorizzazioni;

2. Trasparenza finanziaria per le società dell’azzardo; contrasto all’infiltrazione malavitosa e al conflitto di interessi; divieto di finanziamento alla politica;

3. Abolizione dei concessionari;

4. Eliminazione del machines gambling (Slot machines, videolottery) e forti limitazioni alle forme di azzardo con puntate ripetute;

5. Obbligare all’utilizzo di una tessera personale per prevenire l'azzardo minorile, con un limite di spesa, tracciare flussi di denaro sospetti;

6. Campagne informative nelle scuole e sui media; avvertenze (come per le sigarette) su tagliandi, schedine, schermi dei dispositivi elettronici».

Su questo tema il M5S deve confrontarsi, ma tener conto di una base che – checche se ne dica – è l'unica, oggi, a farsi sentire e a chiedere di tener fede ad aspettative e impegni. In questo senso Luigi Di Maio ha chiarito che la criticata lipotesi di finanziare per due anni il reddito di cittadinanza con una sovratassazione sull'azzardo rientra in una exit strategy dal sistema-azzardo stesso. Non è una tassa di scopo che vincolerebbe il reddito di cittadinanza allo status quo. A questo provvedimento, spiega Luigi Di Maio, si dovrebbe affiancare una tessera del giocatore che tracci le giocate, sul modello di quanto avviene in Australia, impedisca a chi beneficia del reddito di cittadinanza di sperperarlo in azzardo.


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E la Lega? Nella scorsa legislatura, la Lega si è fatta sentire soprattutto sul divieto totale di pubblicità. Ricordiamo le voci molto dure di Calderoli e Centinaio, quando il PD cercò di accorpare il provvedimento di divieto totale della pubblicità promosso in senato da Giovanni Endrizzi con l'ambiguo progetto del PD a firma Mirabelli.

Dove Governa con continuità, oltretutto, ad esempio in Lombardia, la Lega si è impegnata con leggi regionali molto severe sulle distanze. Proprio la Lombardia a trazione leghista si è fatta capofila, negli ultimi 5 anni, del più duro progetto di contrasto territoriale all'azzardo. Un fatto non da poco, che sta dando i suoi frutti. Meno decisa, invece, perché con meno forza la Lega lo è stata dove condivide le leve dell'amministrazione con Forza Italia, che da 20 anni sul tema-azzardo ha una posizione iperliberista oramai insostenibile.

C'è quindi da pensare che anche Matteo Salvini, in caso di condivisione di Governo, metta mano al programma. Con il M5S, infatti, la Lega è la sola ad aver inserito una voce ad hoc sul tema, portandolo al centro dell'agenda amministrativa e politica.

Al capitolo "Sicurezza", apagina 14 del programma elettorale per "Salvini Premier" la Lega è chiara sui provvedimenti da prendere per arginare l’azzardo di massa:

«Controlli fiscali più stringenti;

autorizzazione all’istallazione delle slot machine solo in luoghi deputati (no bar, distributori ecc);

incrementalre la distanza minima dai luoghi sensibili (scuole e centri di aggregazionie giovanile) di almeno 1000 mt» contro i 500 attualmente previsti dalle migliori leggi regionali».

Una piattaforma comune su questi temi sembra dunque più che possibile, ora che il contrasto all'azzardo è entrato nell'agenda politica, oltre che sanitaria del Paese.

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