Europee 2024

Lega, la sindrome dell’assedio e l’ossessione per le Ong

Alla vigilia dell’8 e 9 giugno mettiamo sotto la lente i programmi elettorali dei principali partiti e alleanze in vista del voto. Ognuno riletto intorno a cinque parole chiave. Partiamo dalla Lega per Salvini premier

di Stefano Arduini

Il programma della Lega “Più Italia, meno Europa” si sviluppa in 18 pagine organizzate in dieci paragrafi molto scarni. Qualche esempio: “La tutela delle libertà e la difesa dei nostri valori”; “Superare il Green Deal, il ritorno del buon senso”; “Fine delle politiche di austregiojaerità: aumento del potere di acquisto e piena occupazione”; “Tutela delle filiere produttive italiane”. 

Ecco le cinque parole chiave che raccontano la visione d’Europa che emerge leggendo il documento. Il faro è puntato sugli impegni o quanto meno le indicazioni presenti nel programma e non su quanto manca (per esempio non si ritrova alcun riferimento a un tema, quello dell’economia sociale, che è stato portante nell’ultima legislatura). 

  1. L’Europa ci attacca: tutta la comunicazione gioca sulla sindrome d’assedio: “A difesa della casa e delle auto degli italiani”, “a difesa del made in Italy”, “a difesa del lavoro”, “a difesa delle nostre tradizioni”. L’Europa è concepita come un super-Stato burocratico che soffoca le autonomie e le peculiarità dei territori. L’Europa quindi è un nemico dell’Italia da cui bisogna difendersi recuperando i valori di sussidiarietà (l’Unione dovrebbe poter intervenire solo quando un’azione a livello nazionale, regionale o locale non sia più considerata efficace) e proporzionalità (l’Unione non può addebitare i cittadini di oneri eccessivi). Non è dato sapere chi giudica l’efficacia e l’onerosità di supposti azioni ed oneri. 
  2. Ong, c’è sempre del marcio: non poteva mancare un riferimento (che è anche un sinistro richiamo alle legge liberticide di Putin ed Orban). Fin dalla pagina 3 del programma si richiama la necessità di “incrementare la trasparenza del processo legislativo Ue, facendo luce sul ruolo delle Ong e su quali interessi rappresentino davvero”. Una vera e propria patetica ossessione salviniana, malgrado tutte le evidenze di cronaca e giudiziarie dimostrano l’infondatezza e la spregiudicatezza del teorema dei “Taxi del mare”. 
  3. Green Deal, vade retro. In cima alle  priorità leghiste c’è l’annichilimento del Patto verde, indicato come colpevole della perdita di competitività del nostro Continente a favore di Cina e Stati uniti, malgrado i tassi di questi ultimi siano superiori ai nostri. Una posizione che ignora completamente un dato di realtà dimostrato dall’ultima Commissione Ue: nel 2022 le emissioni totali nette di gas a effetto serra sono state inferiori del 32,5% rispetto al 1990, mentre nello stesso periodo l’economia è cresciuta del 67%. Rimane certamente sul tavolo il nodo dei costi della transizione energetica e di mantenere l’impegno “non lasciare indietro nessuno”. La retromarcia rispetto alla sostenibilità ambientale sarebbe però un clamoroso autogol anche in termini economici. 
  4. Difesa dei confini: la resurrezione della Ue. L’ideologia di un’Europa “minore” svanisce magicamente nel momento in cui si parla di difesa dei confini, che in un batter di ciglio diventano confini continentali. Così “l’Ue dovrebbe sostenere gli sforzi degli Stati, facendosi carico di finanziare strumenti volti a prevenire l’attraversamento illegale di frontiere sia marittime che terrestri”.  
  5. Una pace senza esercito. La Lega si dice contraria alla costituzione di un esercito europeo, la cui operatività potrebbe amplificare i diversi interessi dei Paesi membri. Quanto all’Ucraina: Kiev ha diritto di difendersi, ma occorre perseguire tutti gli sforzi diplomatici per arrivare a una soluzione condivisa (non si dice con chi e da chi) e porre fine al conflitto. 

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