Sordocecità
Lega del filo d’oro: sessant’anni che guardano al futuro
La Lega del filo d'oro festeggia 60 anni e lancia una campagna per sostenere i nuovi servizi e le nuove strutture in arrivo. Renzo Arbore, testimonial storico: «Entrare per la prima volta ad Osimo congestiona il cuore. La Lega del filo d'oro mi ha messo davanti alla vita»
di Alessio Nisi
C’è la mamma di Nicola, Paola, che ripercorre con VITA i suoi due anni con la Lega del filo d’oro. Originaria di un paese del Molise, Paola racconta che il suo bambino, nato prematuro e con difficoltà motorie e visive, ha iniziato un percorso e grazie ai «loro trattamenti ha trovato grandissimi miglioramenti, soprattutto a livello cognitivo. Hanno capito le potenzialità di Nicola».
Una barca nella tempesta
C’è Annamaria, la mamma di Francesco, un ragazzo di 26 anni, «che», dice emozionata, «è nato cieco, a causa di una malattia genetica molto rara». Francesco, precisa, «a tre anni ha iniziato a non comunicare più». Per lei «è stato molto importante incontrare la Lega del filo d’oro. Ci ha aiutato con Francesco a trovare un metodo di comunicazione».
Ora «riusciamo a capire se Francesco vuole mangiare, se vuole fare una passeggiata, se vuole uscire, se vuole giocare a palla o ascoltare la musica, una delle cose che ama di più». E alla fine si lascia andare. «Incontrare la Lega del filo d’oro è stato per noi come trovare un porto sicuro quando eravamo una barca nella tempesta».
Per la Lega del filo d’oro, ogni traguardo raggiunto non è un punto d’arrivo ma uno slancio verso il futuro. È chi sostiene la nostra missione a darci la forza per realizzare nuovi progetti capaci di rispondere ai bisogni complessi dei nostri utenti
Rossano Bartoli – presidente Lega del filo d’oro
L’amore e l’impegno dietro ogni gesto
Ma c’è anche Ambrogio, che si commuove quando racconta: «Sono entrato in contatto con questa realtà per la prima volta ad Osimo, quando mi trovavo nelle Marche per lavoro. Le loro storie mi hanno colpito profondamente e senza pensarci troppo ho iniziato a fare piccole donazioni anonime. Nel 2005 è stato aperto un centro residenziale vicino casa mia, a Lesmo, è stato come un segno. Sentivo che quel legame si stava facendo più forte e ho iniziato a frequentare sempre più assiduamente il centro. Ho visto con i miei occhi tutto l’amore e l’impegno che c’è dietro ogni gesto e ogni sorriso. Con il tempo sono diventato donatore regolare. È una delle scelte di cui sono più orgoglioso».
Entrare per la prima volta ad Osimo congestiona il cuore. La Lega del filo d’oro? Mi ha messo davanti alla vita
Renzo Arbore – testimonial dal 1989 della Lega del filo d’oro
Insieme
Paola, Annamaria e Ambrogio, insieme ai testimonial storici Renzo Arbore e Neri Marcorè e al presidente Rossano Bartoli, sono stati tra i protagonisti al teatro Abàrico a Roma di una giornata speciale. Fondata nel 1964 e punto di riferimento per le persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale in Italia, la Lega del filo d’oro festeggia i suoi primi sessant’anni e lancia la campagna “60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme“.
1.200 persone seguite, in 11 regioni
In sessant’anni di attività al fianco di chi non vede e non sente, la Fondazione ha investito sulla crescita a livello territoriale con l’obiettivo di fornire risposte concrete ai bisogni di utenti e famiglie, fino ad essere oggi presente in 11 regioni italiane con i suoi centri residenziali, centri diurni, servizi e sedi territoriali, triplicando il numero di utenti seguiti negli ultimi vent’anni e seguendo oggi oltre 1.200 utenti, che nel 2023 hanno beneficiato di uno o più servizi, garantendo loro interventi diagnostici, educativo-riabilitativi e socio-educativi. È il numero più alto mai registrato.
Il punto sui contributi
I sostenitori hanno un ruolo fondamentale per la Lega del filo d’oro: nel corso del 2023, le donazioni dei sostenitori privati hanno contribuito alla copertura dell’85% delle spese sostenute dall’ente, confermando la netta e crescente prevalenza dei contributi privati rispetto a quelli pubblici. Complessivamente, la raccolta fondi nel 2023 è aumentata del 24% rispetto all’anno precedente.
Solo così la Fondazione riesce a garantire agli utenti un trattamento personalizzato che arriva a dedicare da 1 a 2,4 dipendenti per ogni ospite, in modo da offrire un percorso riabilitativo efficace a seconda del grado di disabilità. Per questa ragione oggi la raccolta fondi ha un ruolo fondamentale per la vita e lo sviluppo dell’Ente.
Il futuro
Rossano Bartoli non ha alcuna intenzione di fermarsi alle celebrazioni. Il presente e il futuro della Lega del filo d’oro sta nella sua missione: è così dal 1968. Prima di mettere una accanto all’altra le nuove sfide, ringrazia «i sostenitori, la cui presenza è fondamentale, che ci hanno consentito di arrivare dove siamo arrivati». Il futuro, spiega, è «avere una presenza in Calabria, a Rende, poi in Sardegna, forse a Nuoro». In programma c’è «anche un nuovo centro nel Lazio». Progetti «che riusciremo a realizzare se la passione continuerà ad essere questa».
L’impegno «è continuare questa crescita. Le 1.230 persone che abbiamo raggiunto lo scorso anno sono una piccola parte di quelle che hanno bisogno». L’aiuto ha bisogno di «fatti concreti». Per questo ci impegneremo «perché determinate leggi siano migliorate e perché ci siano gli stanziamenti».
Esigenze specifiche
Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni, manca ancora una politica sociale strutturata che affronti le esigenze specifiche delle persone sordocieche. Le famiglie e le organizzazioni come la Lega del filo d’oro spesso si trovano sole a fronteggiare difficoltà enormi, senza un adeguato supporto pubblico. Questo non solo penalizza chi vive direttamente la disabilità, ma riduce anche le possibilità di sviluppo per l’intera società, che perde un patrimonio umano e culturale. A marzo 2024 la Lega del filo d’oro ha presentato il “Manifesto delle persone sordocieche”: dieci punti per promuovere il pieno riconoscimento dei diritti di chi non vede e non sente. «È un appello a tutta la società, non solo alle istituzioni, affinché si lavori insieme per costruire un futuro dove ogni individuo abbia le stesse opportunità di vivere, studiare, lavorare e partecipare attivamente alla vita comunitaria, come tutti i cittadini», sottolinea sempre Bartoli.
In apertura e nel testo foto e video di Alessio Nisi
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