Non profit

Lefebvre in prima pagina

Riflessioni sulla troppa enfasi per il delirio di un vescovo che voleva restar scismatico

di Giuseppe Frangi

L’altro giorno mia figlia, vedendo il tanto spazio dedicato dal giornale che leggiamo in casa ogni giorno ai caso dei vescovi lefebvriani, mi chiedeva come si dovesse leggere quel nome così strano di cui non aveva mai sentito parlare e dei cui problemi non aveva la minima idea. Oggi, dopo una settimana, il caso Lefebvre fa di nuovo l’apertura di prima pagina del Corriere della Sera e di Repubblica perché i vescovi di quell’ala iperconservatrice della chiesa si sono dissociati dall’uscita uno di loro che aveva negato la realtà storica delle camere a gas. Che il mondo dell’informazione debba perdere tanto tempo per le uscite di un prelato evidentemente non troppo a posto di cervello è cosa che fa pensare. Con tutto quel che sta accadendo di importante e drammatico nel mondo, che senso ha dare così credito ad affermazioni che se non fossero così enfaticamente riprese, cadrebbero nella più totale indifferneza? Il perché probabilmente va cercato in motivi che nulla hanno a che vedere con il negazionismo e con le camere a gas. Non siamo vaticanisti, ma c’è da scommettere che a questo vescovo l’idea della riconciliazione con Roma non andasse giù. Che fosse un aficionados dello scisma…

Due riflessioni rapide. I due maggiori quotidiani italiani oggi danno a questo caso l’apertura di prima pagina con quel nome impronunciabile sparato nel titolo: quando si fanno ragionamenti sull’emorragia di lettori che i quotidiani, fare analisi troppo sofisiticate è inutilie. Certe scelte dicono tutto. Oggi mia figlia leggerà e si informerà senza dubbio sulla free press, pur avendo il Corriere a disposizione a casa sua.
Secondo: lo stesso Corriere qualche giorno fa aveva pubblicaty un’intervista ad Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio, in cui si riportava tutta la vicenda nelle sue giuste dimensioni. Un’intervista molto chiara, ben fatta, che spegneva con molta ragionevolezza le ragioni dello scandalo. Dopo averla letta, la notizia sui “lefebvriani” potevano meritare tutt’al più qualche taglio basso. Dice Riccardi a Gian Guido Vecchi: «È evidente che il gesto del Papa non intende né avallare le posizioni di un vescovo né introdurre questi pensieri surrettiziamente nella Chiesa. Al contrario, l’ ambiente dove circolano queste idee, se circolano, sarebbe sottratto diciamo così ad una deriva settaria e inserito nel sentire più vasto della Chiesa». A quale ambiente pensa, in particolare? «Bè, per esempio al seminario dove insegna questo Williamson. Far parte della Chiesa vuol dire accettarne il magistero ma anche camminare con essa e con il Papa. E poi, insomma, la revoca di una scomunica non è un decreto di lode! Non è che l’ abbiano fatto legato pontificio…».

Qui potete leggere l’intervista integrale a Riccardi


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