E’ in corso Educa. Sfoglio il programma (72 pagine, praticamente un libro) e mi soffermo sulle biografie dei relatori e degli invitati. Non entro nei contenuti, ma l’impressione è che il setting educativo basato sulla distinzione tra docente e discente sia sempre dominante. Sarebbe interessante sapere cosa pensano gli educandi, direttamente o attraverso le loro reti primarie (famiglia) e di prossimità (gruppi informali, associazioni). Chissà, magari alla prossima edizione assisteremo all’occupazione del festival. Nell’attesa ci vado…
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