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l’educatore coraggioso umanizza la detenzione

A Milano si formano operatori specializzati per minori in carcere

di Redazione

«Abbiamo creato una nuova prospettiva occupazionale pedagogica a respiro nazionale che ha prodotto collocamenti in Liguria, Sardegna e Calabria oltre che in Lombardia», dice Maria Luisa De Natale, ordinario di Pedagogia generale e prorettore dell’università Cattolica di Milano, presentando il master «Progettazione pedagogica nel settore della giustizia civile e penale» di cui è direttrice. Il corso, proposto dalla facoltà di Scienze della formazione, è attivo dal 2002; l’inizio della nuova edizione è previsto per gennaio 2010.
Rivolto a laureati magistrali o quadriennali in Scienze pedagogiche e agli specialisti dell’educazione, il corso, annuale, è stato pensato anche per promuovere il confronto culturale e scientifico tra gli operatori del settore della giustizia e per potenziare una competenza progettuale che permetta lo sviluppo di reti di prevenzione e di recupero in ambito scolastico ed extrascolastico. «Abbiamo individuato nella giustizia minorile, civile e penale, una grande possibilità di natura educativa», spiega De Natale. «Se si considera che dal 2003 ogni carcere ha un settore pedagogico, e le problematiche relative ad adozioni e affidi sono in crescita, si capisce la dimensione del bisogno e il motivo per cui puntiamo su questa proposta didattica».
Diversi gli ambiti di intervento. Nel settore penale, per esempio, la figura del pedagogista è prevista nei collegi dei tribunali per i minorenni e dei tribunali di sorveglianza. Quanto al civile, il pedagogista può attivare strategie di prevenzione e recupero in ambito scolastico ed extrascolastico, progettare e coordinare percorsi formativi di sostegno alla genitorialità biologica e adottiva o rivolgere la propria attività professionale nei diversi ambiti dell’educazione degli adulti. Il corpo docente, oltre ai docenti universitari, agli operatori del settore comprende anche “testimoni privilegiati” come il giudice Rosario Priore, don Gino Rigoldi, Ernesto Caffo, Livia Pomodoro, Denis Chatelain e alti dirigenti del ministero della Giustizia. Nel percorso di studi è previsto uno stage residenziale presso la Scuola di formazione del personale della giustizia minorile a Roma e due stage interni con operatori del Prap (Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria) e del mondo delle adozioni (AiBi, Crescere insieme, Centro adozioni Il Cerchio).
Molte infine le occasioni di approfondimento in forma seminariale con esponenti del mondo della giustizia civile e penale. I corsisti sono inoltre inseriti in strutture convenzionate per lo svolgimento di un periodo di stage di 150 ore, finalizzato all’inserimento formativo in un contesto di intervento pedagogico. Due i partner in collaborazione convenzionata: Anpe – Associazione nazionale pedagogisti italiani e dipartimento Giustizia minorile. Per i laureati in Pedagogia e Scienze dell’educazione il master costituisce titolo di accesso per l’iscrizione all’albo professionale di Pedagogista interno all’Anpe.

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