Welfare

Ledha: «No alla tassa sulla disabilità»

Per il presidente Fulvio Santagostini, il solo fatto che certe misure siano state immaginate «è intollerabile per un Paese civile». Ledha scrive al governo per protestare contro i provvedimenti previsti

di Redazione

Intollerabile è il solo fatto che certe misure siano state anche solo immaginate. Ne è sicuro Fulvio Santagostini, presidente della Ledha, la lega per i diritti delle persone con disabilità che, presa carta e penna, ha scritto al governo per protestare contro i provvedimenti previsti dalla Legge di stabilità.

Il fatto è che nelle casse dei Comuni, delle Province e delle Regioni non c'è quasi più niente da raschiare. I fondi nazionali per la non autosufficienza, per la vita indipendente, per le famiglie, sono stati azzerati già da tempo. Ora – ricorda la Ledha –  il Governo, attraverso la Legge di stabilità, vuole attaccare anche l'ultimo rifugio del welfare familiare. Spremendo risorse laddove è più facile tassare, dove è più difficile evadere e dove, verosimilmente, ci possono essere meno resistenze.
«In queste ore sembra che sia in atto un parziale ripensamento su alcuni dei provvedimenti più odiosi – commenta Fulvio Santagostini -. Ci auguriamo che alle parole seguano le azioni, ma il solo fatto che alcune misure siano state immaginate, proposte e messe nero su bianco, risulta intollerabile per un Paese civile».

E come spesso accade, sottolinea la Ledha «ancora una volta sono finite nel mirino le pensioni di invalidità, le indennità di accompagnamento, le detrazioni per le spese specifiche previste dalle leggi. Pensioni e assegni di invalidità sono già commisurati al reddito, mentre l'indennità di accompagnamento (492,97 euro al mese) viene concessa a chi ha bisogno di assistenza a prescindere dal reddito percepito. Si tratta dell'unica forma in Italia di assistenza universalistica, cioè che spetta di diritto a tutti quelle che ne hanno bisogno e per questo da sempre in odio a chi pensa che il welfare sia un lusso. Un costo che in periodo di crisi, deve essere tagliato» chiosa con amarezza.

Ledha osserva inoltre che con i provvedimenti previsti dalla legge di stabilità «si colpisce una platea molto vasta di cittadini in maniera "lineare". Indiscriminata. Senza nessuna equità. Perché non si colpisce chi davvero ha di più. Il famoso e citatissimo "figlio disabile del notaio" avrebbe lo stesso trattamento fiscale e contributivo di chi si colloca appena al di sopra dell'asticella della soglia di povertà».

E proprio perché quanto previsto è “intollerabile” Ledha conclude dichiarando che «Come persone con disabilità, famiglie di persone con disabilità e associazioni chiediamo al Parlamento di intervenire per scongiurare l'entrata in vigore queste norme. Il 31 ottobre prossimo saremo in piazza, a Roma e a Milano, assieme a tutto il mondo del volontariato e del terzo settore per ribadire: "No alla tassa sulla disabilità. Sì a una vera riforma del welfare"».
 

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