Welfare
L’ecstasy in prima pagina
A cura della redazione di Vita - Sintesi di Franco Bomprezzi
di Redazione

L’esternazione di Bossi sull’inno di Mameli e sugli insegnanti meridionali domina le prime pagine dei quotidiani. Perciò preferiamo soffermarci su un fatto di cronaca di interesse sempre vivo per tutti, la morte improvvisa per uso occasionale di ecstasy. Il fatto è accaduto in un luogo suggestivo, come il Lido di Venezia, e in un momento di grande festa, il Redentore.
Partiamo da la Repubblica. Alle pagine 10 e 11, la cronaca “Ecstasy killer alla festa in spiaggia sedicenne uccisa da una pasticca”. Alle dinamiche del dramma si accompagnano i commenti di Silvio Garattini, intervistato da Caterina Pasolini: “Nessuno sa cosa c’è dentro con l’alcol un mix mortale”: «essendo illegali nessuna sa cosa si prende, con che cosa il principio attivo è tagliato», «spesso i ragazzi sottovalutano i segnali: uno svenimento dopo ore di ballo e alcol sembra loro normale e invece è il campanello d’allarme, meglio correre al pronto soccorso», «dopo i week end la quantità di sostanze anfetaminiche come ecstasy o cocaina raddoppia nelle acque che arrivano al depuratore di Milano».
«Questi giovani muoiono non per trasgressione, ma perché rispecchiano in pieno i valori di questa società che premia i vincitori, che è sicuro di sé, chi resiste»: è la tesi di Gustavo Pietropolli Charmet, intervistato anche lui dalla Pasolini: «questa è una droga prestazionale, c’è la ricerca della prestazione, sociale, erotica, musicale», una droga «da narcisi perché è in perfetta sintonia con questa società che premima il narcisismo».
Il Corriere della Sera a pag14. “Ecstasy, muore a 16 anni in una festa sulla spiaggia”. Nicole dopo aver comprato mdma con due amiche per la notte del Redentore (a venezia e dintorni è ormai un’usanza consolidata, in questa occasione, organizzare feste sulla spiaggia) è finita in coma su una spiaggia del Lido di Venezia. Trasportata all’ospedale di Mestre non c’è stato nulla da fare. «Era la nostra unica figlia, siamo distrutti, lasciateci in pace» si dispera il papà. Carlo Giovanardi (sottosegretario con delega sulle droghe): «Ha fatto una morte terribile, dovremo moltiplicare gli sforzi per mettere in guardia i ragazzi sugli effetti di certe sostanze». Il corsera batte sul chiodo del deficit di informazione anche con un’intervista in taglio basso a Giorgia Benusiglio, che a 17 anni, ora ne ha 25, ingoiò mezza pasticca a una festa di amici, ma riuscì a salvarsi grazie a un trapianto di fegato: «In fin di vita dopo una pillola, vorrei raccontarlo, ma poche scuole mi invitano, in due anni siamo stati in appena 10 istituti».
La Stampa mette in prima pagina la morte della ragazza e all’interno intitola il Primo Piano “Allarme droga, l’estate dello sballo” sottolineando che la vittima era una studentessa modello senza problemi, in vacanza con i genitori. Segno che ormai queste sostanze raggiungono proprio tutti, e non pochi sballati. La Stampa spiega cos’è la Mdma assunta dalla vittima. Scioccante soprattutto la «variabilità» di queste sostanze: il solo principio attivo in una singola pasticca può variare dall’8 al 74%, si tratta di mix chimici dei quali non si può sapere la composizione se non facendo le analisi. Chi le acquista non può sapere cosa sta assumendo.
Il Giornale parla dell’Ecstasy a pag. 14. Oltre al pezzo di cronaca un box dal titolo: “L’allarme. Prezzi al ribasso: a rischio i giovani fra i 15 e i 24 anni”: secondo i dati pubblicati, ma non si cita la fonte, il costo di una pasticca dai 24 euro è passato a 18 euro.
E inoltre sui quotidiani di oggi:
Corriere della Sera – Qualche settimana fa Vita magazine titolava: Somalia, tabula rasa dell’umanitario. Oggi sul tema torna Massimo Alberizzi con una corrispondenza da Nairobi a pag 12 con richiamo in prima. «Da oltre un mese i gruppi somali oltranzisti delle Corti islamiche (che però negano ogni responsabilità) hanno preso di mira, con una campagna di terrore che ha portato a 17 rapimenti e almeno 25 omicidi, i cooperanti delle agenzie dell’Onu e delle organizzazioni non governative» Obiettivo: «impedire che gli aiuti possa essere distribuiti». La scheda che accompagna il servizio ricorda che lo scorso 21 maggio Giuliano Paganini, Jolanda Occhipinti e il somalo Abdirahaman Yussuf Harale dell’ong italiana Cins sono stati rapiti. Finora non sono state rivelate eventuali rivendicazioni né richieste di riscatto. Finora, specifica l’articolo, sono stati presi di mira solo i cooperanti che distribuiscono cibo e non quelli che si occupano di sviluppo.
Italia Oggi – A proposito della manovra finanziaria: Lavoro precario: “Lavoro, flessibilità con garanzie doc” ma per le aziende. Se ci sono irregolarità con il contratto, questo non può più essere convertito in lavoro a tempo indeterminato dal giudice, ma deve essere annullato e il lavoratore risarcito con 2,5 mensilità. Solo in alcuni casi si passa all’indeterminato immediatamente (se si va oltre i 36 mesi o se si rinnova il contratto senza rispettare i 10-20 giorni tra la fine del primo e l’inizio del secondo periodo di lavoro).
Il Sole 24 Ore – pagina dedicata alle ong, che «crescono e contano sempre di più». Si dà conto del controvertice del G8 organizzato proprio dalle ong cui era presente l’associazione ong italiane di Marelli, e poi di lì si parte per un “giro del mondo” per vedere come stanno le ong. In Russia male, per colpa della legge-bavaglio diventata definitiva ai primi di luglio, ma anche negli Usa e ong islmiche non se la passano bene e in Zimbabwe sono state appena messe al bando. Per il resto, appello affinché svolgano un ruolo più da protagoniste. Di spalla, ottimo pezzo sui numeri economici dei colossi mondiali: le prime 5 ong americane per esempio fanno paura, basti citare la prima World Vision, che ha un bilancio di 2,1 miliardi di dollari. Taglio basso, le ong italiane: quante sono 240 ong per il Mae, circa 1800 associazioni di volontariato che si occupano di cooperazione internazionale.
La Repubblica – Spazio alla tragedia delle due rom morte annegate a Napoli: “Indifferenza, male peggiore dei rifiuti” (pagina 16). così il cardinale Crescenzio Sepe: «Sono queste le immagini che della nostra città non vorremo mai vedere, perfino più di quelle che hanno mostrato per il mondo una Napoli sommersa dalla spazzatura… Girarsi dall’altra parte, o farsi gli affari propri, può essere a volte più devastante degli stessi eventi che accadono». In una breve, il sindaco di Monte di Procida, Franco Iannuzzi, dà la sua versione «Tutti si sono mobilitati per salvare quelle giovani vite, non c’è stata indifferenza», quanto alle immagini «non fotografano la realtà. Per portare via i corpi è passato del tempo»
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