Sostenibilità

L’economia sostenibilenon teme la recessione

consumo critico I numeri dell'equosolidale e dei Gas

di Redazione

Crescono i consumatori responsabili in Italia, cresce la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. In controtendenza rispetto all’economia tradizionale, i numeri della “spesa sostenibile” sono incoraggianti. Basta guardare l’ascesa di Fa’ la cosa giusta!, la mostra mercato nata nel 2004 da un’idea di Terre di mezzo, editore e giornale di strada. Dalla prima edizione ad oggi la fiera è diventata uno dei più importanti appuntamenti con l’economia solidale e sostenibile: dai 3mila metri quadrati e i 13mila visitatori della prima edizione, si è arrivati nel 2008 a 15mila metri quadrati di spazio espositivo in Fieramilanocity e 40mila visitatori attesi (l’anno scorso con 12mila metri quadrati sono passati oltre 28mila persone). Nel 2007 sono state ben quattro le edizioni locali di Fa’ la cosa giusta!: Milano, Trento, Parma e Torino (quest’ultima ha registrato un grande successo di pubblico con quasi 20mila visitatori).
I numeri parlano anche della crescita dell’intero sistema dell’economia sostenibile: i Gruppi di acquisto solidale, cioè gruppi di persone che decidono di fare la spesa insieme, direttamente da produttori ecologici ed etici, sono oggi in Italia almeno 374. Nel 2005 era meno della metà, 146.
Secondo un sondaggio di Davide Biolghini, autore del saggio Il popolo dell’economia solidale. Alla ricerca di un’altra economia (Emi 2007), tra il 2002 e il 2005 le persone che hanno adottato un atteggiamento di consumo consapevole sono passate dal 28,5 al 36%, mentre i consumatori che non sanno nulla del consumo responsabile sono calati dal 60 al 31%.
Il commercio equo e solidale muove almeno 110 milioni di euro l’anno (dati del 2006, ma superati nel 2007, secondo le organizzazioni di certificazione e le centrali di importazione), di cui il 45% proveniente dalla grande distribuzione e il resto attraverso le circa 500 botteghe d’Italia (Report del 2007 di TransFair Italia). Secondo l’ultima ricerca delle principali organizzazioni internazionali di fairtrade, i prodotti equi e solidali venduti in 25 Paesi europei nel 2005 hanno superato i 660 milioni di euro, con un incremento del 150% rispetto al 2000. L’Agices -Assemblea generale italiana del commercio equo e solidale, che riunisce più di cento organizzazioni, nel 2006 ha garantito importazioni dirette dai produttori del Sud del mondo per oltre 17,5 milioni di euro (Rapporto Agices 2007).
Più in generale aumenta l’attenzione all’ambiente: i dati del Gestore servizi elettrici dicono che nel solo 2007 sono stati messi in esercizio in Italia oltre 4.700 impianti fotovoltaici, pari a cinque volte di più rispetto a quelli esistenti nel 2006.
L’economia solidale e sostenibile dunque, anche se ha ancora davanti importanti sfide e ampi spazi di crescita, si dimostra un sistema solido e funzionante che sa creare benessere e sviluppo, e che già oggi compete con l’economia tradizionale. Non si tratta di un settore di nicchia, per pochi militanti, ma sta entrando sempre di più nella vita e nelle scelte di tutti.
www.falacosagiusta.org

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