Welfare
Lea Melandri: «Restrizione della mobilità degli anziani? Solo un paravento ipocrita»
«“I non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese" come li ha, ci ha additati Toti», dice la scrittrice e femminista Lea Melandri, «possono stare chiusi, ammalarsi e morire in casa. Non facciamoci ingabbiare. Non è amore, né protezione. Solo discriminazione e selezione. Trovo assurdo e insensato dire "lasciamo a casa gli anziani e facciamo andare i giovani a scuola" e viceversa. Il problema che si deve affrontare è creare condizioni di sicurezza per entrambi. Il Governo ha avuto mesi per investire in sanità ed istruzione, ma non l’ha fatto»
di Anna Spena
Il 27% della popolazione italiana è over 65, tra qualche anno la percentuale salirà al 30%. E il 30% è anche la percentuale di ultra ottantenni che vivono da soli. La vecchiaia fa parte della vita, è un passaggio normale, naturale. Eppure sembra che i governi, quando prendono le loro decisioni, se ne dimentichino. Il governatore della Liguri Toti scrive tweet sconclusionati, ma il problema vero è un altro. «Non facciamoci ingabbiare», dice la scrittrice Lea Melandri, 79 anni. «Non è amore, né protezione quello che ci propongono. Ma solo discriminazione e selezione».
Isolare gli over 70?
Liguria, Lombardia, Piemonte chiedono di limitare gli spostamenti. Il presidente della Lombardia Fontana ha parlato espressamente di "divieto" alle uscite degli anziani. Visto che gli anziani stanno già molto in casa e che i contagi avvengono prevalentemente in famiglia cosa c'entra il "divieto" di farli uscire?
Cosa c’entra?
Ipocrisia, nient’altro. Un paravento per non dire che i presidenti di regione non vogliono fare un lockdown più duro per non aver problemi con la Confindustria. “I non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese" come li ha, ci ha additati Toti, possono stare chiusi, ammalarsi e morire in casa. Non facciamoci ingabbiare. Non è amore, né protezione. Solo discriminazione e selezione. Non limitiamoci neanche a dire che quella del presidente della Liguria è una "battuta disumana", quando la produttività è il valore prioritario del sistema economico e politico dominante, lo stesso che ha considerato improduttivo il sesso destinato a conservare la vita, a fare un lavoro domestico e di cura, gratuito e perciò non considerato come lavoro. La restrizione della mobilità degli anziani, tra altre sempre di impatto sicuritario limitato, è solo un paravento ipocrita. La logica che se non sei produttivo sei un peso è aberrante. C’è dietro un’idea disumana che considera gli individui come un mezzo a favore di una classe sociale. Adesso gli anziani vengono usati per distogliere l’attenzione da quello che non è stato fatto. Hanno avuto mesi per investire in sanità ed istruzione. E invece…
La questione generazionale in Italia è un tema centrale, un nodo problematico, perché non siamo ancora in grado di affrontarla?
A mio avviso questo aspetto dell’umano “l’essere anziano”, non viene visto nella sua interezza. Ma questo vale per tutti gli aspetti dell’umano: la nascita, la morte, l’amore, la sessualità, la solitudine. L’umano non coincide con il cittadino e quindi le questioni che lo riguardano non entrano nel dibattito politico
La vecchiaia viene considerata “altro”?
Tutto il patrimonio di vita ed esperienze essenziali dell’umano sono state confinate. Come ha scritto Rossana Rossanda sono state relegate “nelle acque insondate delle persona e aspettano ancora di essere analizzare a fondo”.
40 anni fa si voleva cambiare la politica, la cultura. Anche oggi dovremmo ricominciare a ragionare sulle persone al di la dei loro ruoli. Quelle degli anziani sono vite che hanno dei diritti al pari di quelle dei bambini, dei giovani, degli adulti. É un diritto portare degnamente a termine la propria esistenza.
Quello di oggi è un dibattito sulla contrapposizione generazionale?
Sì, e lo è tra anziani e non anziani. Tra i ricchi e i poveri. Il Coronavirus, questa pandemia, ha portato allo scoperto tutte le differenze di classe.
Di cosa abbiamo bisogno invece?
Di solidarietà in generale e di solidarietà tra generazioni. Reti di solidarietà capaci di cambiare i disastri fatti fino ad ora. La Pandemia dovrebbe diventare l’occasione per vedere cosa ci siamo portati dietro nel corso della storia e aggiustare il tiro.
Come si supera il dibattito generazionale?
Trovo assurdo e insensato dire lasciamo a casa gli anziani e facciamo andare i giovani a scuola e viceversa. Il problema che si deve affrontare è quello di creare condizioni di sicurezza per entrambi. Proteggere non vuol dire isolare ma dare risposte immediate di cui hanno bisogno tutti, indipendentemente dall’età. La parola “divieto” va contro l’articolo 3 della costituzione, Fontana se la dovrà rimangiare.
Lei ha 79 anni
E voglio ancora potermi muovere per i miei incontri, i convegni, proseguire con l’attivismo politico. L’ho portato avanti con forza, energia e allegria e voglio continuare a farlo per gli anni che mi restano. Sono stata nella dissidenza nel 68’ e sono pronta ad impegnarmi anche nella dissidenza senile. Se dovesse servire scenderò in piazza.
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