Mondo

Le vie del baby traffico

Nonostante i controlli,un piccolo su quattro arriva in Europa illegalmente, per colpa di giudici e avvocaticorrotti. Ma qualcosa si muove:come in Paraguay, dove le ong hanno bloccato i colpevoli

di Cristina Giudici

Bambini in vendita, per adozione. Succede nei Paesi che non hanno ancora ratificato la Convenzione dell?Aja, dove le autorità competenti sono i tribunali e la ?pressione? da parte di agenzie e coppie straniere benestanti è una norma, e succede nei Paesi i cui governi hanno ratificato la Convenzione, ma dove è pur sempre possibile ?oliare? i funzionari dell?autorità centrale che vigila sulla trasparenza delle procedure. Dei 20 mila bambini che ogni anno arrivano in Europa per essere adottati, circa il 25% vengono sottratti alle loro famiglie illegalmente. Lo afferma una organizzazione non governativa guatemalteca che da anni si batte contro il traffico delle adozioni in America Latina. Fra i Paesi messi all?indice dall?ong ?Casa Alianza? spicca la Colombia dove nessuna legge regolamenta l?adozione internazionale e circa 3800 bimbi vengono ?esportati? ogni anno. Ma nella lista dei cattivi ci sono anche Guatemala, Brasile, Honduras, India e Perù; Corea del Sud, Romania, Thailandia e Sri Lanka. Paesi dove la miseria, l?emarginazione, i conflitti endemici e i disastri naturali possono trasformare la vendita di bambini poveri ma belli a coppie ricche ma infelici nel male minore. A parte il Paraguay, dove le associazioni non profit sono riuscite ad ottenere la sospensione delle adozioni internazionali dopo aver provato che ogni anno 600 bambini venivano adottati attraverso il sistema di affitta-uteri di giovanissime e poverissime madri, il sistema rimane invariato nella maggior parte dei Paesi sudamericani.

Il giudice Beethoven che vendeva bambini
In Brasile, per esempio, nel novembre del 1998 un funzionario del tribunale dello Stato del Jundai (a 58 chilometri da San Paolo) è finito nel mirino della polizia federale. Lo scandalo è scoppiato quando è stata pubblicata la notizia che due bambine date in adozione nel ?92 sono state stuprate dal padre adottivo, di nazionalità francese. Il giudice finito sotto inchiesta, Luiz Beethoven Giffoni Ferreira, è stato accusato di promuovere l?adozione internazionale in cambio di soldi. Nel solo 1992 infatti la firma di Ferreira ha permesso l?adozione di 484 bambini, di cui 204 sono finiti in Europa. Secondo l?avvocato Marco Antonio Colagrossi, membro del Consiglio municipale dei bambini e adolescenti, (un organismo creato per difendere i diritti dei bambini) e difensore di 48 mamme che hanno intentato una causa legale per riavere indietro i propri figli, ha dichiarato al settimanale brasiliano ?Istoé?: «L?industria delle esportazioni dei bambini funziona così: un giudice mette sotto assedio le famiglie più povere e disperate, dove generalmente non esiste una figura paterna, accusa le madri di essere inaffidabili o di maltrattare i propri figlioletti. Poi, nel giro di poco tempo, toglie loro la potestà e affida i bambini a coppie straniere in cambio di qualche mazzetta». Così è successo ad Evelyn, di 4 anni, che viveva con la madre, il nonno, una zia e due fratellini. Il giudice ha ricevuto una denuncia anonima secondo la quale la piccola Evelyn era stata maltrattata dalla mamma. Poi ha incaricato un?assistente sociale di indagare sulla stabilità della famiglia e un mese dopo ha deciso che non esistevano le condizioni per offrire un?esistenza degna a Evelyn. La madre, Elizangela Rodriguez, ha fatto ricorso e ha vinto perché le accuse non potevano essere provate dai fatti. A lei si sono aggiunte altre di madri che hanno accusato il giudice Beethoven di sottrarre figli da famiglie povere senza avere un vero motivo. A proposito, tutti i bambini dati in adozione sono belli, biondi e hanno la pelle bianca. Ora l?inchiesta ( voluta dallo stesso ministro di Giustizia brasiliano, Renan Calheiros) si è allargata e ci sono ben nove procedimenti che riguardano adozioni irregolari, dirette dallo stesso giudice, una sorta di giustiziere di ragazze madri, che in Brasile nelle classi più povere rappresentano la norma.
Il caso Brasile dimostra quanto sia debole la linea di confine fra un?adozione regolare e irregolare. Secondo i principi che hanno ispirato la Convenzione dell’Aja, infatti, prima di decidere per un?adozione internazionale e sradicare un bambino dalla famiglia e la società d?origine, bisogna cercare di favorire il reinserimento familiare e solo quando non esiste altra soluzione (compresa l?adozione nazionale) allora si cercano genitori adottivi all?estero. Ma il caso Brasile non è l?unico. In Costa Rica un noto avvocato, da sempre impegnato nella difesa dei diritti umani, Hermes Navarro de la Valle, alla fine del 1998 ha denunciato pubblicamente alcuni avvocati che nel suo paese comprano bambini da ragazze madri in difficoltà economiche. «Altri», ha dichiarato della Valle all?Ansa, «vanno dalle prostitute incinte e promettono soldi e assistenza medica in cambio del nascituro. Ci sono addirittura alberghi preadottivi appositi per portare a termine gravidanze clandestine». Si chiamano ?processing house? in inglese e sono soprattutto sulla linea di frontiera che divide il Messico dagli Stati Uniti. Posti dove le coppie possono scegliere bambini sui cataloghi, bambini che vengono venduti anche all?Internazionale dei pedofili. Almeno secondo l?ex deputato Hector Ramirez che da mesi si batte contro la variante messicana della fiaba di Hansel e Gretel. «Il sistema è semplice», ha dichiarato a un giornale locale Juan Rincon, padre di un bimbo desaparecido nello stato del Chihuahua. «I medici e le infermiere corrotte chiamano i genitori di un neonato adducendo complicazioni post natali e poi li fanno sparire, con la complicità della polizia che li fa passare dal confine».
Ma anche nei paesi firmatari della Convenzione dell’Aja accadono cose strane. Secondo le nostre fonti in Romania, dove nel 1995 sono arrivati in Italia ben 706 bambini adottati (nel 1997 però sono stati molto meno: 242) gli orfanotrofi continuano ad essere territorio di rapina. Se da un parte è vero che oggi esiste un?autorità centrale che deve vigilare sulle adozioni internazionali e per ottenere l?adozione di un bambino non è più sufficiente affidarsi a un avvocato e sborsare somme ingenti, è anche vero che fra le ong locali è in corso una lotta sotterranea per assicurarsi il traffico. In Romania ci sono 100 mila bambini negli orfanotrofi e una sterminata lista di attesa di aspiranti genitori adottivi. Oggi ci vogliono circa 3000 dollari, ma per ottenere un?adozione spesso bisogna ?oliare? alcuni funzionari di governo.

In Paraguay hanno vinto le associazioni
Ma non tutti i Paesi si rassegnano alla propria sorte. Una grande lezione di civiltà e di democrazia proviene dal Paraguay, dove la direttrice della ong ?Global Infancia?, Rosa Maria Ortiz, dice a ?Vita?: « Nel ?95 siamo riusciti ad obbligare il governo a sospendere le adozioni internazionali. Nel ?96 c?è stata la ratifica della Convenzione dell?Aja e nel ?97 è stata approvata la legge per la difesa dei diritti dei bambini. Oggi in Paraguay non riceviamo più richieste di adozione internazionali, ma le facciamo. C?è un équipe specializzata che rintraccia i familiari dei bambini e cerca di promuovere il reinserimento familiare. Quando tutti i tentativi falliscono, chiediamo un?adozione internazionale. Ma i fallimenti riguarda il 20% dei casi trattati. In ogni caso non credo che il rispetto della Convenzione dell?Aja sia la panacea di tutti i mali perché anche i Paesi dove ci sono le leggi ci sono traffici illegali. Basta andare all?anagrafe e registrare un neonato con il cognome dei genitori adottivi o di una madre che si presta a venderlo. I trucchi che si possono fare per aggirare la legge, purtroppo, sono molti…».

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