Welfare

Le Vallette di Torino: un carcere modello. E qui vogliono entrare

Il direttore Pietro Buffa: "Da 5 anni funziona una vera università interna. e un impianto di riciclo dei rifiuti che serve la città".

di Redazione

Di Pietro Buffa, 44enne direttore del carcere delle Vallette di Torino, sorprendono due caratteristiche: l?accento piemontese, un vero e proprio unicum in una galassia come quella dell?amministrazione penitenziaria quasi esclusivamente di origine meridionale, ma sopratutto l?indistruttibile entusiasmo. «Svolgo una professione che amo e alla quale ho ancora molto da dare», promette Buffa. E a giudicare dal passato c?è da scommettere che non venda fumo. Poche settimane fa, per dirne una, ha festeggiato il secondo compleanno di Casa Circondariale, Torino, Italia, un sito internet, gestito a stretto contatto di gomito da agenti e detenuti, che il direttore definisce «un ponte con l?esterno, perché non solo i carcerati, ma anche gli agenti hanno idee e problemi che vale la pena far conoscere». L?integrazione con il territorio è una vera e propria fissa per il timoniere di uno dei carceri più importanti d?Italia con i suoi 1.300 ospiti (a fronte di una capienza ottimale di 950 persone), di cui 130 donne. Alcuni dei quali lavorano in un impianto di sterilizzazione all?avanguardia in grado di trattare gli scarti ospedalieri che altrimenti probabilmente finirebbero all?estero o in qualche discarica abusiva. Vita: Si dice che ci sia addirittura la fila per entrare alle Vallette. Come è possibile? Pietro Buffa: Da cinque anni abbiamo attivato un polo universitario intramurario. I professori delle facoltà di Scienze politiche e Giurisprudenza dell?università di Torino vengono in carcere non solo per tenere gli esami, ma anche per fare lezione. Abbiamo 35 detenuti iscritti. Sono invece circa 200 gli studenti carcerati impegnati fra scuole di base, elementari e medie, e corsi di formazione professionale. Molti di loro vengono da fuori, hanno fatto richiesta di trasferimento per venire a studiare qui da noi. Vita: Un miracolo? Buffa: Non direi, è sufficiente un pizzico di fantasia e un?adeguato sostegno economico. Vita: Fantasia? Per fare cosa? Buffa: Vuole qualche esempio? Un corso per arbitri e dirigenti sportivi patrocinato dalla Federazione giuoco calcio diretto sia ai detenuti sia agli agenti. Per restare al calcio, da tre anni organizziamo il Torneo della speranza: 25 squadre, fra interne (due della polizia penitenziaria) ed esterne. Abbiamo, inoltre, trasformato l?aula bunker in un palcoscenico. Recentemente abbiamo rappresentato un?opera intitolata Il paradiso terrestre: ci sono venute a vedere 800 persone. Infine, dalla falegnameria all?imputazione dati, al trattamento dei rifiuti speciali abbiamo creato 25 posti di lavoro stabile. Vita: Per lo meno coraggioso. Qualcuno le darebbe del pazzo. Non è rischioso spalancare le porte di un carcere? Buffa: Al contrario. Immaginatevi un carcere dove non entra mai nessuno. Da brividi, una bomba a orologeria. Vita: Prima parlava di fantasia. Non crede sia rischioso affidare il buon funzionamento di una struttura simile solo all?immaginazione del direttore? Non siamo tutti così creativi… Buffa: Accade in qualunque famiglia. Se sei figlio di due splendidi genitori avrai un avvenire migliore rispetto a se nasci figlio di N.N. Vita: Torniamo al budget. Su quante risorse può contare? Buffa: Non saprei. E questo la dice lunga. Ci sono diversi tipi di finanziamenti europei, statali, pubblici e privati. Io però ho chiaro un aspetto: il mio compito è quello di impostare una politica locale. Perché il carcere e i detenuti appartengono a Torino.

Info: Indirizzi utili: Carcere di Torino: Casa Circondariale, Torino, Italia

attivo da due anni, è gestito da detenuti e poliziotti penitenziari Carcere di Padova: su www.ristretti.it le pagine del carcere di Padova e di quello della Giudecca, a cura di detenuti e volontari

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Polizia penitenziaria: Le Due Città

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