Cultura
Le vacanze 2020 saranno più green, ma 10 mln non partiranno
Sono 7 su 10 gli italiani che hanno voglia di ripartire e al 90% sceglieranno l’Italia come meta. In valigia, accanto al costume da bagno e agli scarponi (in molti riscoprono la montagna) sicuramente porteranno gel disinfettanti e mascherine. Voglia di natura e sostenibilità, ma ci si sposterà soprattutto in macchina. A dirlo l’indagine realizzata da italiani.coop per Robintur Travel Group
Sono oltre dieci milioni gli italiani che stanno pensando di rinunciare alle vacanze 2020, anche se 7 su 10 hanno voglia di ripartire. La meta di quest’anno sarà l’Italia anche cambiando regione e ci si sposterà soprattutto in auto verso le abitazioni di familiari e amici. Chi parte ha dichiarato di mettere in conto una spesa inferiore del 20% rispetto al 2019, anche se si è disposti a spendere di più per la sanificazione, ma anche per un soggiorno green. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla fotografia scattata da italiani.coop (il portale di indagine e approfondimento sulla vita quotidiana degli italiani) per Robintur Travel Group con l’indagine “Le vacanze post-Covid degli italiani” che è stata realizzata a inizio giugno ed è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa online da Albino Russo, direttore generale Ancc-Coop (Ass. Nazionale Cooperative Consumatori), Stefano Dall’Ara, presidente Robintur Travel Group e Claudio Passuti, direttore generale Robintur Travel Group.
«Arriviamo da anni molto positivi per il turismo organizzato» ha esordito Dall’Ara prima di indicare nell’85% le perdite stimante dal settore, ragione per cui si continua l’interlocuzione con il governo per provvedimenti ad hoc sul turismo «non è come con un negozio che quando apre è ripartito, il nostro settore è diverso».
L’estate 2020 segna la prima battuta di arresto dopo tre anni di crescita della volontà di vacanze estive degli italiani. A dirlo la quarta edizione della ricerca sui consumi turistici realizzata dal portale italiani.coop. «Di solito è un’indagine che facciamo ad aprile, ma quest’anno abbiamo dovuto aspettare. Il primo dato evidente» ha precisato Russo prima di entrare nel cuore dei dati «c’è una voglia di vacanza superiore agli anni scorsi. Come una reazione alla prima vera pandemia da un secolo a questa parte». Voglia di vacanze ma una parte degli italiani resterà a casa: dei vacanzieri del 2019, ben 10 milioni resteranno a casa. E chi partirà ha ridotto il budget, puntando a una maggiore sobrietà e a soggiorni più corti. Confrontando i dati degli anni scorsi si è potuto osservare come l’effetto Covid porti a 17 punti percentuali in negativo il gap tra chi andrebbe in vacanza (87%) e chi ci andrà realmente (70%).
Chi parte, pensa a soggiorni più brevi rispetto al 2019 nel 39% dei casi, il 30% vorrebbe spendere circa il 20% in meno: il budget sarebbe stato oltre i 1.200 euro senza Covid, poco sopra i 1.000 con il Covid. Solo il 24% già pensa di ricorrere al tax credit, il contributo previsto dal Governo per incentivare gli italiani a tornare a viaggiare.
In cima alle motivazioni dei mancati vacanzieri 2020 il caos e l’incertezza del momento: le regole poco chiare scoraggiano il 78% dei rinunciatari, la paura di ammalarsi il 77%, la necessità di risparmiare in previsione di periodi difficili il 77% e le difficoltà economiche già insorte proprio per il lockdown il 70%.
Mascherine e disinfettanti sono il must have della valigia dei vacanzieri. Il 93% è convinto che userà disinfettanti, igienizzanti e protezioni per il viso in vacanza (l’84% pensa addirittura ai disinfettanti per superfici). Sei su 10 si dicono disposti ad installare e usare app di tracciamento dei contagi (Immuni è quella diffusa in Italia dal ministero della Salute) e l’88% si dice d’accordo con l’obbligo di mascherine al chiuso, mentre oltre l’80% con gli ingressi scaglionati e l’obbligo di prenotazioni. Convince molto di meno invece il passaporto sanitario, con il quale si dicono d’accordo solo il 47% dei vacanzieri e anche i dispositivi per il viso obbligatori all’aperto vedono concordi solo il 50%.
«Quella di quest’anno sarà un’estate italiana», ha proseguito Russo. «Proprio nell’anno in cui le previsioni davano un incremento del 5% della scelta dell’estero». E in effetti il 77% di chi parte dichiara che il Covid lo ha spinto a modificare la propria destinazione. Il 47% dei vacanzieri sarebbe andato all’estero in questa estate 2020, ma a fronte delle restrizioni e della pandemia, il 91% di chi va in vacanza pensa che rimarrà in Italia, cosa che potrebbe portare nel Paese un numero lievemente maggiore di turisti italiani. Nel Paese sì, ma comunque spostandosi, già che il 71% afferma di volersi recare in un’altra regione. E si riscopre la montagna, soprattutto da parte dei giovani: la scelgono il 25% dei 23-35enni in previsione nell’estate 2020, contro l’11% nel 2019. Il mare rimane la meta più gettonata (scelto dal 60% del totale dei vacanzieri del campione), ma la montagna e la natura passano dal 13% se non ci fosse stata la pandemia al 23% post-Covid. Tra le regioni più scelte il mare della Sicilia in cima alla classifica, il mare della Puglia e le montagne del Trentino Alto Adige.
Un’estate che inizia in ritardo a causa del lockdown e dell’incertezza che gli italiani percepiscono nel sistema turistico del Paese, con le prenotazioni che accennano una ripresa solo in queste settimane. A marzo 2019 aveva già prenotato il proprio soggiorno il 21% dei vacanzieri e il 37% lo avrebbe fatto a breve (quindi presumibilmente entro maggio). A giugno 2020 invece, ha prenotato solo il 22% di chi andrà in vacanza e il 42% pensa di farlo a breve. A questo ritardo si sommano poi coloro che nell’incertezza si affideranno a prenotazioni all’ultimo minuto: i vacanzieri da last minute erano il 12% nel 2019 e saranno il 19% nel 2020.
Cambiano anche i criteri di selezione della vacanza, si scelgono pacchetti in cui il rapporto qualità/prezzo è il migliore e più degli altri anni, si va in cerca di una soluzione che si adatti al meglio ai gusti di chi sta partendo (trend in crescita rispetto al 2019 dal 28% al 33%).
L’incertezza premia poi l’affidabilità e le competenze delle agenzie di viaggio: nel 2020 pensano di prenotare attraverso le agenzie il 31% dei vacanzieri, contro il 18% nel 2019.
Un dato di fiducia crescente, confermato anche dall’osservatorio “sul campo” di Robintur Travel Group, che detiene la più grande rete italiana di agenzie di viaggi di proprietà con le insegne Robintur e Viaggi Coop: oggi sono oltre 6mila i consumatori che dal 1 giugno hanno incontrato o prenotato un appuntamento con gli agenti di viaggio Robintur, uno spaccato significativo di chi si rivolge a questo canale per pianificare le proprie vacanze.
Dopo un decollo lento delle prenotazioni, partite a inizio giugno, in questi giorni nella rete Robintur ci si sta avvicinando a coprire circa il 25% delle prenotazioni effettuate nella rete delle agenzie dirette nella stessa settimana dell’anno precedente, con una punta del 50% per l’Italia. La maggior parte delle richieste per l’estate alle porte riguarda nel 79% dei casi destinazioni in Italia: Sardegna, Sicilia, Puglia si confermano in cima ai desideri. Crescono però bene Toscana, Trentino, Calabria e costa Adriatica di Veneto, Romagna e Marche. «Siamo ancora su volumi molto bassi, ma l’andamento delle prenotazioni di queste prime settimane di riapertura è un primo segnale incoraggiante» sottolinea Claudio Passuti, Dg di Robintur Travel Group. «Una tendenza che fra l’altro conferma la validità della scelta del Gruppo di proporre soluzioni particolarmente sicure, facilmente raggiungibili e senza gli ulteriori aumenti dei prezzi temuti dai consumatori. Quest’anno il giro d’affari delle agenzie di viaggi potrebbe attestarsi sul 25-30% dell’anno precedente, ma siamo fiduciosi in un’ulteriore ripresa sull’estate guidata dalle vacanze in Italia, nel Mediterraneo, nel Mar Rosso e in Europa. È auspicabile una ripresa del lungo raggio verso il fine anno, ma sarebbe un successo tornare a regime entro la primavera dell’anno prossimo».
Tornando all’indagine la pandemia riporta le vacanze degli italiani indietro di 50 anni. Si va in vacanza con l’auto privata (il 55% del 2019 diviene il 71% del 2020) e ci si reca presso un appartamento qualsiasi (in crescita del 2%), che sia in affitto, di un amico o di proprietà. Un italiano su due pensa positivamente alla seconda casa per le vacanze, mentre il 3% in questo 2020 non andrà in alberghi o agriturismi, per i quali invece aveva optato nel 2019.
Il soggiorno deve essere più che altro “comodo” come negli scorsi anni (senza Covid avrebbe scelto questa modalità il 63% mentre lo farà il 56%), ma nel post-Covid crescono più di tutti le vacanze “smart” (+4% rispetto a una estate senza Covid) con parenti e amici e quelle “a risparmio” (+3%). La pandemia (e la necessità di muoversi in auto) non hanno cancellato la voglia degli italiani di vacanze green, per le quali l’81% è disposto a spendere qualcosa di più. Mentre all’ambientalismo si affianca, causa Covid, la salute: l’84% dei vacanzieri è pronto a spendere di più per strutture sanificate. Ma il lockdown si fa sentire soprattutto sulle motivazioni che ci spingono alla vacanza.
Sulla parziale contraddizione tra voglia di vacanza green e sostenibile e utilizzo dell’auto Albino Russo la spiega «con il pragmatismo e un ambientalismo non ideologico degli italiani. Certo noi con l’indagine abbiano misurato la voglia o la disponibilità a spendere un po’ di più per una vacanza green e non è un dato scontato».
Tornando all'indagine tra le motivazione delle vacanza a cresce di più rispetto agli anni scorsi è la voglia di stare in compagnia che passa dal 20% del 2019 al 44% del post-Covid. Dopo 80 giorni di chiusura, gli italiani hanno cambiato anche la classifica di ciò su cui vale la pena risparmiare pur di fare un viaggio: dal 2019 al 2020 calano del 12% coloro che vogliono risparmiare sui ristoranti, del 10% coloro che lo fanno sulla spesa e dell’8% i risparmiatori su abbigliamento e calzature.
«Gli italiani vogliono regalarsi un momento di relax dopo i mesi grigi di lockdown e quelli caldi di un autunno che si attendono difficile» osserva infine Russo. «Faranno vacanze più brevi, più sobrie, ma 100% italiane, all’insegna della sicurezza e (quando possibile) della sostenibilità. Tornano di moda le seconde case e la montagna ma tengono (più del previsto) il mare, gli alberghi, i villaggi turistici. Dopo anni di faidate e acquisti online, torna il bisogno di professionalità e affidabilità delle agenzie viaggio».
«Per gli italiani è difficile muoversi tra i tanti cambiamenti imposti dal Covid: dai trasporti fino alle disposizioni nazionali e locali per fruire di strutture e servizi. I consumatori sono disorientati. In questa fase difficile, che si protrarrà per mesi, le competenze, il know how e le garanzie offerte da un Gruppo come Robintur saranno un punto di riferimento affinché possano riprendere a viaggiare in serenità» conclude Dall’Ara. «In questo 2020 di “nuova normalità”, in modo coerente anche con i valori di Coop vogliamo assicurare ai consumatori proposte convenienti, sicure e qualificate per le prossime vacanze. Inoltre, vogliamo supportare come distribuzione il tessuto delle imprese italiane del turismo sane con protocolli rigorosi, facendoci capofila e garanti delle soluzioni proposte, contribuendo alla ripartenza del settore».
L’ultimo riferimento per Dall’Ara è al Manifesto per il Turismo italiano, un appello alle istituzioni non solo per salvare uno dei pilastri dell’economia del Paese. «Dobbiamo tutti lavorare a un grande piano per il rilancio di questo settore che è 13% del Pil, tra diretto e indiretto»
Le schede sono tratte da Indagine italiani.coop per Robintur
Foto in apertura da Pixabay
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