La prima volta è stata nel castello di Rambouillet, in Francia, nel 1975. L’allora G6 si riunì su iniziativa del governo francese per affrontare la crisi economica dei primi anni 70.
Il G8 non è un’organizzazione internazionale. È un processo di dialogo globale, che culmina in un vertice annuale: per il 2009 sarà a L’Aquila dall’8 al 10 luglio, il quinto a presidenza italiana. Nel corso del suo anno di presidenza l’Italia ha anche la responsabilità di parlare a nome del G8, di dialogare con gli altri Paesi, le organizzazioni internazionali e la società civile.
Il vertice annuale è la parte più visibile del G8, ma durante l’anno si tengono simili riunioni a livello ministeriale. Si trattano temi specifici, come affari esteri, finanze, commercio, giustizia, sicurezza, ambiente, agricoltura, lavoro. La riunione dei ministri dell’Ambiente si è tenuta tra il 22 e 24 aprile a Siracusa. Nelle trattative, un ruolo fondamentale è svolto dagli sherpa, che rappresentano personalmente i rispettivi Capi di Stato e di governo per tutte le questioni in agenda. Il nome deriva da quello delle guide che aiutano gli scalatori a raggiungere le vette dell’Himalaya. Per l’Italia, l’incarico di sherpa è affidato all’ambasciatore Giampiero Massolo. Nella preparazione e svolgimento del vertice lo sherpa è assistito da due sous sherpa, rispettivamente presso il ministero degli Esteri e presso quello dell’Economia e delle Finanze.
Al centro del dibattito è anche la lotta al cambiamento climatico, in vista della Conferenza Onu a Copenhagen in dicembre. Il tema ha assunto negli ultimi anni un peso sempre crescente. Il primo imperativo è mitigare, cioè ridurre drasticamente le emissioni dei gas serra. In secondo luogo è necessario lavorare sull’adattamento ai cambiamenti climatici in atto. Secondo il WWF, il 90% dei disastri naturali che si sono verificati in Europa dal 1980 a oggi sono attribuibili ad eventi meteorologici o climatici. Serve una grande opera pubblica di ripristino o restauro del territorio, in modo da rendere i sistemi naturali meno fragili e vulnerabili.
Nel 2007 gli Stati Uniti hanno promosso il Mem – Major Economies Meeting, ribattezzato Mef – Major Economies Forum da Obama. L’obiettivo è potenziare il dialogo fra le maggiori economie mondiali per facilitare il buon esito del negoziato Onu di Copenhagen sul clima. Al Mef partecipano 16 Paesi: quelli del G8, Brasile, Cina, India, Messico, Sudafrica (il G5), Australia, Corea del Sud e Indonesia. Assieme, questi Paesi sono responsabili dell’80% delle emissioni mondiali di CO2. (El.Co.)
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